Cento
25 Ottobre 2019
Nuova udienza del processo per il decesso dell'operaio Brugioni che vede imputato l'ex patron Giovanni Fava

Morte da amianto. Il consulente: “Il 96% dell’esposizione avvenne alla Baltur”

di Daniele Oppo | 2 min

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Cento. Come spesso accade in questi casi, sarà un processo in cui a farla da padrone saranno le consulenze, opposte tra loro anche nell’interpretazione dei dati scientifici. E così se per la morte da mesotelioma di Gianpaolo Brugioni la consulente del Pm si spinge ad affermare che l’esposizione dell’operaio all’amianto si è verificata per il 96% in via cautelativa e forse fino al 98% alla Baltur di Cento, per la difesa dell’ex patron Giovanni Fava, l’avvocato Marco Martines, addirittura “l’esposizione pregressa è acclarata e noi diciamo che alla Baltur proprio non ci sia stata”.

Non sarà affatto semplice, dunque, il compito del giudice Sandra Lepore che ancora deve ascoltare la versione degli ultimi testimoni dell’accusa, della parte civile – la famiglia di Brugioni, costituitasi in giudizio tramite l’avvocato Daniela Boscolo – e dei consulenti della difesa di Fava, imputato per omicidio colposo.

Giovedì mattina, forse nell’unica udienza a Ferrara in cui gli avvocati non hanno aderito all’astensione, l’ingegner Alessia Angelini, che si è occupata di amianto per l’Istituto per la Prevenzione Oncologica di Firenze (Ispo), consulente della procura, ha completato il suo esame, spiegando che, secondo i calcoli da lei eseguiti in base un procedimento validato per casi simili, Fava era il responsabile della Baltur per almeno il 60% del periodo in cui Brugioni sarebbe stato esposto all’amianto in Baltur. La consulente aveva già affermato che il problema amianto venne sottovalutato dall’azienda centese.

La prossima udienza è stata fissata per il 20 febbraio dell’anno prossimo, e altre due sono statei messe in calendario a marzo e a maggio.

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