Nardò, in Puglia, intitola una via ad Aldrovandi
Il consiglio comunale approva la mozione del Pd. Patrizia Moretti: "Il ricordo di mio figlio sia stimolo di trasparenza nelle istituzioni, collante di civiltà, urgenza di giustizia"
Nardò avrà via Aldrovandi. Il piccolo Comune della provincia di Lecce in Puglia ha deciso di intitolare una strada alla memoria del 18enne ferrarese morto per mano di quattro agenti della polizia di Stato a seguito di un semplice controllo, che portò ad una colluttazione devastante, durante la quale due manganelli si spezzarono. Tanta violenza, anche quando Federico urlava “aiuto… basta”.
Per non dimenticare la terribile vicenda, il consigliere comunale del Pd Lorenzo Siciliano ha presentato una mozione per dedicare una via della cittadina a Federico Aldrovandi. E la proposta è stata recentemente approvata dal consiglio comunale.
“Questo provvedimento è un punto d’orgoglio per la mia attività in consiglio e spero per tutta la nostra comunità – commenta il consigliere dem -, che da domani potrà dirsi consapevole di un atto che altro non fa che ricordarci, una volta di più, quanto siano sacri ed inviolabili i diritti umani. Indipendentemente da chi tu sia, dal colore della tua pelle, dalla religione in cui credi, dal vestiario che indossi”.
Doverosi i ringraziamenti a Luigi Manconi, che ha sostenuto e firmato questa mozione, insieme ad Amnesty International – Lecce, Nbc – Nardò Bene Comune, Arci Nardò Centrale, Anpi sezione Nardò, Diritti a Sud, Unione Degli Studenti Nardò e Partito Democratico Nardò.
Un altro ringraziamento, da parte di una persona speciale, è per la città neretina. E viene da Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi che ringrazia “prima di tutto il consigliere comunale Lorenzo Siciliano che ha presentato la proposta, il consiglio e attraverso di voi la splendida Nardò” con l’augurio che “la vostra discussione aggiunga sostanza alla mia speranza che il ricordo di mio figlio sia stimolo di trasparenza nelle istituzioni, collante di civiltà, urgenza di giustizia“.
“Quando si verificano reati gravi per mano di appartenenti alle forze dell’ordine si crea una ferita anche nella società – osserva la madre di Aldro -. Il processo rende giustizia, per quanto possibile, nei confronti degli individui coinvolti. Ma un vero progresso civile arriva quando sono le persone, i cittadini, a chiedere che non accadano più tragedie evitabili come la morte di un ragazzo innocente per mano di alcuni poliziotti indegni”.
“Se Nardò darà il nome di Federico a un proprio luogo conserverà il ricordo di lui e della tragedia assurda che lo ha strappato alla vita ma sopratutto Nardò sarà promotrice di quella riflessione che, lo spero tanto, ci farà crescere come persone e come società civile – si augura infine Moretti -. Grazie ancora Lorenzo, grazie a voi. Non ho ancora conosciuto la vostra città, l’ho solo vista in televisione. Da ora conoscervi per me è importante, è un impegno di vita”.