
Da sinistra: Alessandro Balboni, Alberto Balboni e Mauro Malaguti
di Jonatas Di Sabato
C’è molta allegria nella sede di Fratelli d’Italia di via Cassoli. Il risultato elettorale vede una crescita del partito della Meloni, e sabato pomeriggio è stata l’occasione del coordinamento provinciale per fare un’analisi.
Il primo a prendere la parola è stato proprio il candidato Mauro Malaguti: “Sapevamo che solo se si vinceva avremmo eletto un consigliere, ma nonostante ciò abbiamo fatto un ottimo risultato”. Continuando poi sulla campagna elettorale appena trascorsa, ha lanciato un attacco verso quella che a suo parere è stata la vicenda che più lo ha penalizzato: “All’inizio non volevo candidarmi, ma poi ho accettato. Speravo che la vicenda che mi vede coinvolto in un processo non venisse tirata fuori, ma gli avversari, non avendo argomenti, hanno iniziato a gettare fango su di me. Trovarsi dei titoli come ‘Malaguti incandidabile per l’antimafia’ hanno fatto sì che chi non conosceva la storia non mi abbia dato la preferenza. Io non c’entro nulla con la mafia, chi mi conosce lo sa, ho giustificato tutte le spese che mi hanno chiesto, ma il giudice mi ha condannato su quelle che nemmeno lui reputava importanti. Strano che, essendo lo stesso, non abbia applicato a Bonaccini la stessa procedura. Sappiamo la giustizia com’è”.
Oltre al rammarico, anche soddisfazioni e una critica alla candidata presidente: “Per quanto Borgonzoni fosse una buona candidata, se avesse avuto più esperienza, avrebbe potuto fare meglio contro Bonaccini. Comunque, abbiamo ricevuto anche i complimenti di Giorgia Meloni. Il nostro peso politico è aumentato”.
Insieme a lui il senatore Alberto Balboni, il quale è partito con la difesa del suo candidato: “È stato un dolore personale vedere quei titoli di giornale. Gli hanno fatto un processo per 1.000 euro. Vorrei ricordare a tutti che in Italia, fino a sentenza definitiva, si è innocenti”.
Poi l’esito elettorale: “In molti Comuni siamo andati in doppia cifra ed è chiara una crescita del partito, con punte del 16%. Alle regionali del 2014 eravamo all’1,9%, oggi siamo all’8,6% in tutta la regione. Se guardiamo solo Ferrara siamo al 9,6%, abbiamo fatto un grande passo avanti rispetto alla media regionale”.
Sui motivi di questa avanzata ha le idee chiare il senatore: “Il Pd ha vinto a Bologna, Modena e Reggio Emilia, nel cuore dello strapotere economico. Noi cresciamo nelle periferie, nei luoghi più colpiti dalla crisi e che hanno bisogno di risposte sociali. Non abbiamo più la reputazione dei ‘fascisti’ quindi nessun obiettivo ci è più precluso”.
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