di Pietro Perelli
Siamo giunti all’ultimo giorno di campagna elettorale, domenica si vota, e per Emilia Romagna Coraggiosa arriva l’ex ministro Pierluigi Bersani a chiudere la campagna insieme ai candidati Angela Alvisi, Flavio Romani e Leonardo Grassi.
“Mancano poche ore alle elezioni – esordisce Bersani – e con certezza sappiamo che tra il dieci e il quindici per cento di chi vota decide nelle ultime ore, bisogna che lavoriamo su queste persone”. Sono anni che tutti i partiti lottano su chi decide all’ultimo momento, ma in questo caso la sensazione è “che siamo al pelo”, sarà probabilmente un testa a testa nel quale “Bonaccini ha fatto ogni sforzo per mantenere la battaglia nel suo, cioè il buon governo” ma, allo stesso tempo, “questa battaglia ha preso anche un’altra piega”. Bersani si riferisce alla continua presenza di Salvini che non ha in mente solo di far cadere l’Emilia Romagna, ma “vuole buttare giù una storia, vuole staccare le nostre culture politiche dal nostro popolo”.
Salvini sa che “qui c’è una cosa sorgiva di quello che è il riformismo italiano e per lui è la battaglia della vita” ma perché questa battaglia è diventata così importante a livello nazionale si chiede Bersani. “Vorrei farvi vedere – dice – i messaggi che mi arrivano da gente di sinistra da tutta Italia che ha addosso un ansia di cui noi non ci rendiamo conto perché percepiscono che il giorno dopo, succedesse mai che vincesse la Borgonzoni, loro sono con il sedere per terra”. Questo perché si rendono conto che “questa regione è una sala macchine del riformismo italiano” essendo stata precursore in quanto “in tutte le riforme che ha fatto questo Paese ho sempre visto sbucare qualcosa che era già stato discusso o sperimentato qui”.
Nel dopoguerra “una delle regioni più povere d’Italia è arrivata a risultati che nessuno si azzarda a negare” anche perché la ricetta utilizzata è stata quella “dell’inclusione, della solidarietà, noi non cerchiamo il nemico per risolvere i problemi, cerchiamo l’amico”. Questa destra secondo Bersani è “sempre contro, sempre a difendere il bidone vecchio ingannando il popolo mostrando problemi che ci sono ma senza proporre soluzioni”. Facendo un esempio, dice che durante il periodo in cui Salvini è stato Ministro dell’Interno i migranti irregolari “sono aumentati da 600.000 a 680.000”, poi si chiede “quale Paese può permettersi un tale numero di fantasmi” e infine ammette il problema, ma spiega che “con coraggio la soluzione va trovata nello Ius Culturae”.
“Emilia Romagna Coraggiosa – conclude – nel suo piccolo indica la strada di una sinistra larga e plurale che deve uscire dai centrismi perché in mezzo rimarranno solo narcisi che corrono per avventure individuali e personali”. Secondo Bersani le Sardine ma anche i movimenti ecologisti sono “la prova che la sinistra deve mettere in campo una cosa nuova, perché potenzialmente non è vero che siamo meno della destra e spero che l’Emilia Romagna possa essere lo slancio per questa riscoperta”.
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