Economia e Lavoro
25 Gennaio 2020
Cgil, Cisl e Uil promettono battaglia contro le proprietà di Residenza Caterina e Residenza Paradiso

“Le case di riposo applicano un contratto collettivo pirata”

di Redazione | 3 min

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I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil sono pronti a dare battaglie alle proprietà delle case di riposto Residenza Caterina e Residenza Paradiso dopo la decisione unilaterale di applicare ai dipendenti “un contratto collettivo nazionale cosiddetto pirata”.

In particolare, lamentano i confederali, viene applicato un contratto ‘Anaste’ sottoscritto nel 2017 da Ciu, Snalv Confsal, Confsal e Confelp che “abbassa diritti e tutele dei lavoratori e delle lavoratrici”, in particolare, spiegano i sindacati perché non include il pagamento dei primi tre giorni di malattia, prevede il dimezzamento dei permessi a recupero, periodo di comporto per la malattia (il periodo di malattia complessivo prima di poter essere licenziati) che da 365 giorni passa a 120 giorni e inserisce l’infortunio nel comporto.

“Chi rappresenta Residenza Caterina e Residenza Paradiso – ricordano Cgil, Cisl e Uil – ai tavoli di trattativa nel 2017 aveva sottoscritto un accordo sindacale nel quale si concordava di ‘continuare ad applicare integralmente quanto stabilito dal Ccnl Anaste sottoscritto da Fp-Cgil, Fisascat-Cisl  Uiltucs Uile e UIl Fpl il 1° gennaio 2002, modificato ed integrato per la parte economica negli anni 2002-2003 e 2004-2005 e per la parte normativa anni 2002-2005 e 2006-2009”, mentre ora sembra aver “evidentemente cambiato idea”.

E lo ha fatto in maniera improvvisa se il 22 gennaio “quell’accordo è stato disdettato in maniera unilaterale. Nonostante l’accordo sindacale prevedesse che la scelta del contratto da applicare in sostituzione di Anaste sarebbe dovuta avvenire tramite accordo sindacale”.

Non convincono le motivazione addotte dalle proprietà, ovvero il fatto che la Regione abbia specificato che l’Anaste non sia più il contratto di riferimento per l’accreditamento socio sanitario, con conseguente decurtazione dei rimborsi.  “Stupisce anche il tempismo chirurgico della scelta – dicono i confederali -. La disdetta dell’accordo avviene proprio il giorno in cui Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto il rinnovo del Ccnl Uneba, uno dei contratti nazionali che la parte sindacale chiedeva da mesi di applicare nelle due residenze. Proprio nel momento in cui i lavoratori e le lavoratrici avrebbero visto migliorare la loro condizione economica e normativa, le proprietà decidono di peggiorarle. Il tutto anche con soldi pubblici”.

E così le assemblee Le assemblee programmate per il 29 e 30 gennaio “serviranno per raccontare ai lavoratori e alle lavoratrici gli effetti di queste scelte e per aprire una fase di rivendicazione salariale, retributiva e normativa che auspichiamo possa portare le imprese a rivedere la scelta attuata. Scelta contraria a quanto sempre affermato negli incontri sindacali e a quanto condiviso negli accordi sindacali. Scelta contraria a quanto affermato dall’Ispettorato Nazionale del lavoro in tema di rappresentatività sindacale. Scelta contraria – concludono i sindacati – alla tutela del salario e dei diritti dei dipendenti delle Residenze”.

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