Politica
23 Gennaio 2020
Il candidato di +Europa chiede di indagare per concussione o induzione indebita o, in alternativa, traffico di influenze illecite

Scandalo Lega. Esposto contro Solaroli: le ipotesi di reato denunciate da Zamorani

di Redazione | 3 min

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Concussione, induzione indebita o traffico di influenze illecite. Sono queste le ipotesi alternative di reati che Mario Zamorani prospetta per il caso Sonaroli.

Nell’esposto depositato in procura dal candidato della lista +Europa, assistito dall’avvocato Pasquale Longobucco, si ripercorrono i fatti scoperti dall’inchiesta del giornalista Alessio Lasta e che stanno paralizzando il consiglio comunale di Ferrara.

Zamorani parte dall’estate, precisamente da fine agosto, quando Nicola ‘Naomo’ Lodi sente che la compattezza del gruppo consiliare inizia a scricchiolare. La tensione è tutta nell’audio della conversazione tra la consigliera Anna Ferraresi, allora nel gruppo della Lega, il vicesindaco Lodi, il capogruppo Benito Zocca e il vicecapogruppo del Carroccio Stefano Solaroli.

Nel corso della registrazione si sente Lodi affermare di “non riconoscerla più” e Zocca ammonirla: “se mi ascolti parliamo, altrimenti ti metto in un angolo”.

In questo clima si colloca l’episodio del 19 novembre, quando Solaroli propone all’allora sua collega di partito di accettare un’assunzione a tempo indeterminato in cambio delle dimissioni da consigliera comunale.

Sempre Solaroli precisa come la proposta “trovasse il coinvolgimento e l’approvazione sia del vicesindaco Nicola Lodi, che del sindaco, Alan Fabbri”.

“Le motivazioni sottese alla proposta – fa notare Zamorani – si evincono dalle successive parole del braccio destro di Lodi: «a me sei venuta in mente te prima di tutto perché sei una rompicazzo, così ti levo dai coglioni e non ti vedo più»”.

“Che tal condotta contenesse caratteri di illiceità – si legge nell’esposto – era noto anche allo stesso protagonista della vicenda, posto che chiedeva alla Ferraresi l’assoluto silenzio riguardo la ‘trattativa’, esprimendosi in questi termini: «se lo sputi fuori io mi brucio»”.

Solaroli poi aveva aggiunto che avrebbe dato dettagli più precisi via posta elettronica chiedendo alla consigliera un indirizzo personale, per evitare che terzi potessero averne conoscenza.

Il servizio di PiazzaPulita ha mandato in onda lo screenshot della chat di Whatsapp tra i due interlocutori, con la Ferraresi che ha poi declinato la proposta il giorno successivo, il 20 novembre.

Secondo Zamorani “pare evidente il grave nocumento all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione, nonché il sensibile danno all’immagine patito dall’amministrazione comunale ferrarese, causato dalla visibilità della vicenda anche a livello nazionale”.

Zamorani chiede quindi di verificare se a carico di Solaroli sussistano gli estremi per l’iscrizione nel registro degli indagati per il reato di concussione (art. 317 del codice penale) o, in alternativa, di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater), o per altre ipotesi penalmente rilevanti.

Per questi reati, fa notare il candidato, potrebbe sussistere quantomeno il tentativo, visto che alla fine la Ferraresi non ha accettato l’offerta del leghista.

L’esposto poi, alla luce di quanto contenuto nella registrazione, chiede anche di valutare l’eventuale coinvolgimento di Lodi e Fabbri quali concorrenti del reato. Secondo l’avvocato di Zamorani in entrambe le ipotesi di reato prospettate, “il soggetto pubblico opera un abuso di qualità o di poteri, tale per cui il soggetto passivo subisce in ogni caso una limitazione della libertà di autodeterminazione, quella alla quale pare essere stata sottoposta negli ultimi mesi la consigliera”.

L’esposto ipotizza in alternativa anche una terza ipotesi di reato, il traffico di influenze illecite (art. 345 bis), che prevede però un concetto sotteso di utilità. Elemento che, secondo l’esposto, potrebbe “essere integrato dalla richiesta di allontanamento della Ferraresi dal consiglio comunale, avanzata certamente dal signor Solaroli nel corso della conversazione registrata, e verosimilmente in altre occasioni, senza apparente motivo se non quello di porre fine alla attività di consigliera, non gradita dagli esponenti del suo ex partito di appartenenza”.

“L’ho fatto in qualità di cittadino e di candidato della lista +Europa – commenta Zamorani all’uscita dalla procura -. Il mio ruolo è quello di fare in modo che chi ha la competenza di svolgere le attività investigative verifichi se le ipotesi di reato che elenchiamo sussistano o meno. Ne va della dignità del consiglio comunale, della città di Ferrara e dei ferraresi”.

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