Politica
21 Gennaio 2020
La maggioranza respinge la richiesta di discutere subito l'odg della minoranza sulla vicenda, il pubblico applaude Ferraresi che legge una lettera inviata a Fabbri e s'indigna con l'amministrazione comunale

Caso Solaroli. Bagarre in Consiglio, le opposizioni lasciano l’aula

Anna Ferraresi
di Redazione | 4 min

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di Pietro Perelli

A dir poco movimentato il primo consiglio comunale del 2020 a Ferrara. Si sarebbe dovuto parlare, tra le altre cose, del Documento Unico di Programmazione (Dup) 2020-2024 ma non ci si è arrivati: la seduta è stata tolta prima, subito dopo che le opposizioni hanno chiesto un cambio dell’ordine del giorno (non concesso) per poter parlare del caso Solaroli (assente così come Paola Peruffo di Forza Italia) prima di discutere il Dup. Un ordine del giorno presentato con urgenza e classificato come ‘Jolly’ che, spiega Dario Maresca durante il suo intervento, il regolamento “prevede che ‘di norma’ vengano trattati ad inizio seduta”.

Per la maggioranza si è trattata invece di una richiesta “fuori luogo – come dice la consigliera Diletta D’Andrea (FI) – in quanto nella conferenza dei capigruppo abbiamo votato a favore del fatto che venisse iscritto all’ordine del giorno non per entrare nel merito dell’urgenza, a questo punto relativa, ma perché lavoriamo sempre in un’ottica di collaborazione. Dire– conclude – che parlare della questione del consigliere Solaroli sia di maggiore dignità rispetto a parlare di un lavoro di mesi che costituisce il Dup sia un giudizio che a mio parere è privo di senso”.

Il pubblico è quello delle grandi occasioni, non ci sono sedie libere, ma, almeno inizialmente l’aria non pare tesissima. Prima il tradizionale concerto del Conservatorio Frescobaldi poi il ricordo di Franco Schonheit da parte del sindaco che poi non prenderà più la parola fino al termine del consiglio. Gli animi iniziano a scaldarsi però subito dopo la lettera letta da Anna Ferraresi, l’ex consigliera leghista che ha registrato la conversazione nella Solaroli le offriva un posto di lavoro comunale “così ti cavo dai coglioni e non ti vedo più”. Una lettera datata 23 dicembre e indirizzata al sindaco nella quale l’ex esponente della maggioranza dice di trovare “imbarazzante il silenzio istituzionale, a seguito del perpetuarsi di offese destinate alla sottoscritta da parte del vicesindaco ed assessore pluri-delegato Nicola Lodi detto Naomo”.

Al termine della lettura scattano applausi dal pubblico e il presidente del Consiglio comunale Lorenzo Poltronieri – che già aveva ricordato a inizio seduta l’impossibilità di applaudire oltre che di esporre cartelli, ma anche di fotografare da parte del pubblico – minaccia un consiglio a porte chiuse. Più volte durante la seduta minaccerà di sospendere l’assemblea la cui interruzione è avvenuta alcune volte tanto da far dire a Maresca, in un momento di sospensione, “sembra come quando a calcio fanno girare piano la palla”.

In un momento di tranquillità si ha la possibilità di ascoltare un’interpellanza di Ilaria Baraldi sul Museo del Risorgimento all’assessore di riferimento Gulinelli, ma anche sulle famose Coccinelle spesso citate da Lodi, non da ultimo durante l’ormai noto servizio di Piazza Pulita. Sono le uniche due interpellanze che si riescono a discutere e specialmente durante l’intervento di Benito Zocca, capogruppo della Lega, tornano a scaldarsi particolarmente gli animi tanto da fargli chiedere al presidente “che la gente che parla e che insinua cose inesatte e offensive alla mia persona venga allontanata dopodiché parlo, prima non dico più niente”. La sensazione da parte del pubblico è quella di un tentativo ‘fare melina’ e in qualche occasione sono anche volate parole grosse non giustificabili.

Il momento clou, quello raccontato all’inizio, dura in realtà una decina di minuti e le uniche parole della maggioranza sono affidate alla D’Andrea. Per l’opposizione parlano Maresca e Modonesi prima del voto mentre è lasciata a Roberta Fusari la chiusura e la comunicazione dell’uscita dall’aula da parte di Pd, Azione Civica e Gente a Modo seguite poi anche da Tommaso Mantovani del Movimento 5 Stelle a seguito della votazione sfavorevole al cambio di odg.

La richiesta della Fusari è quella di “una presa di posizione netta del sindaco e dei consiglieri e vi chiediamo di prendere le distanze da certe condotte”, perché “una città intera è stata denigrata e non si può continuare con questa finzione e questa campagna permanente”. Applausi e grida come “vergogna” all’indirizzo della maggioranza costringono Poltronieri richiedere l’uscita del pubblico dall’aula tanto che l’ultimo intervento in cui anche Tommaso Mantovani dichiara la sua uscita perché “non mi sento sereno e non vedo chiarezza ma piuttosto delle ‘non dichiarazioni’ del sindaco”. L’uscita dell’ultimo superstite dell’opposizione fa dichiarare sciolta la seduta al presidente del Consiglio comunale, nonostante il numero legale per continuare fosse comunque a favore della maggioranza.

“Ora – dice Maresca al termine della seduta – valuteremo nei prossimi giorni le azioni da compiere se non arrivano le dimissioni di Solaroli e noi avevamo chiesto anche la querela perché ha infangato tutta l’istituzione. Certo non la faremo passare liscia”

A un’ora dalla chiusura del consiglio arriva alle redazioni il comunicato del sindaco che dichiara l’accaduto “una sceneggiata a fini elettorali di una minoranza senza argomenti”. “Una scelta – continua – compiuta in favore di telecamere a pochi giorni dalla sfida elettorale per la Regione, considerato che il testo da loro presentato era iscritto nel programma della seduta di Consiglio e sarebbe stato discusso”. La decisione di sospendere la seduta è invece dipesa dalla necessità di “evitare di portare all’attenzione della sola maggioranza i temi importanti”.

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