Attualità
20 Gennaio 2020
Il gruppo ambientalista: “Auspichiamo un cambiamento radicale per minimizzare il rischio dell'estinzione umana”

Extinction Rebellion si presenta a Ferrara: “Siamo nonviolenti, puntiamo a cambiare il mondo”

di Redazione | 3 min

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di Jonatas Di Sabato

Azioni non violente, disobbedienza civile, movimento inclusivo e cultura rigenerativa. Sono questi i quattro pilastri sui quali si costruisce “Extinction Rebellion”, il movimento ambientalista che sabato 18 gennaio si è presentato ai ferraresi presso gli spazi di Factory Grisù.

“Si parte a Ferrara per unire le varie realtà presenti sul territorio”, sono state le prime parole di Dario Nardi, biologo e attivista molto conosciuto in città. Descrivendo Extinction Rebellion ha continuato dicendo: “Auspichiamo un cambiamento radicale per minimizzare il rischio dell’estinzione umana. Siamo nati nel 2018 in Inghilterra e oggi contiamo più di 600 gruppi in 54 Paesi diversi.”

Nardi ha spiegato il perché bisognerebbe ribellarsi: “Dobbiamo partire da due fattori. Il primo è che le emissioni di CO2 sono in aumento dalla rivoluzione industriale a oggi. Il secondo, collegato alle conseguenze portate dal primo, è che il 40% della popolazione mondiale vive sulle coste. L’aumento delle temperature causerà un aumento dei livelli delle acque e questo metterà a rischio la vita di milioni di esseri umani.” Ma anche la fauna è in serio pericolo secondo il biologo: “Dagli anni ’70 a oggi abbiamo perso l’81% delle specie anfibie, il 36% di quelle marine e il 38% di quelle terrestri, solo gli animali da allevamento non hanno subito inflessioni, anzi. Noi ci impegniamo a difendere quel 4% messo in serio rischio dall’attività umana. Vorrei ricordare che gli allevamenti intensivi sono tra i maggiori produttori di gas serra al mondo”.

Oltre a questo, ha continuato l’attivista, c’è il problema dell’estremizzazione dei fenomeni atmosferici, i quali causano morti e danni economici ingenti: “Nel solo 2019 sono state 4578 le vittime dovute a eventi estremi e si stima che i danni ammontino a 140 miliardi di dollari.”

A condividere il tavolo con Nardi, anche due attivisti del gruppo bolognese di Extinction Rebellion, Emanuela Di Vita e Daniele Urbani. Proprio quest’ultimo ha spiegato più nel dettaglio gli obiettivi: “Siamo un movimento internazionale di protesta e ci ribelliamo nei confronti dei governi e di quello che stanno facendo.” Urbani ha continuato poi spiegato come agisce Extinction Rebellion: “Ci dobbiamo concentrare nei luoghi dove risiede il potere politico ed economico e dobbiamo attuare azioni prolungate. Dobbiamo riuscire a far capire che una crescita all’infinito non è concepibile e che vanno combattute soprattutto le diseguaglianze sociali. Aiutarci è semplice: basta mettere un ‘like’ sui social, partecipare ai gruppi di lavoro o di affinità, organizzare eventi o avviare un gruppo locale”.

A concludere la serata di nascita del gruppo a Ferrara è stato Marco Falciano, attivista dei ‘Friday For Future’ di Ferrara e volontario dei ‘Pirati del Po’. “Stiamo vivendo la sesta estinzione di massa e anche a Ferrara ne paghiamo le conseguenze, basti pensare che tra le specie ittiche non ne esiste più nessuna autoctona. Vi racconto questa storia: quando si doveva abbattere il Palaspecchi, fu trovato l’ultimo gruppo di tritoni locali. Quando li abbiamo presi ci è stato impossibile trovare un corso d’acqua che li potesse accogliere perché è tutto inquinato”.

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