Lettere al Direttore
15 Gennaio 2020

Pacifisti e giravolta iraniana

di Redazione | 2 min

Nell’Iraq sconvolto dalla guerra un generale iraniano, appena giunto a Baghdad con incarichi per nulla turistici, viene abbattuto dagli americani (ah! se anche in Italia gli americani avessero fatto la stessa cosa, alla fine del ‘43, col tutt’altro che turista feldmaresciallo Kesserling .. ).

Poiché di ministri col carisma da «du‘d cop sota baston» ce n’è ben pochi al mondo e nessuno ce li invidia, il governo iraniano decide di sollevare subito il polverone standard mediorientale, essendo l’Iran un pacifico paese petrolifero guidato da ayatollah. Infatti arricchisce altamente l’uranio, unica via per costruire bombe atomiche.

Realizza pure tappeti pregiati, ma frustranti perché non volanti per cui si dedica alla missilistica, più adatta al volo. E poco altro, ovviamente: compra perfino la benzina dall’Italia non riuscendo a gestire le raffinerie, perciò può palesare sdegno solo con ciò che ha: i missili, sparati verso l’Iraq, e la pacifica popolazione, spedita nelle piazze a bruciare bandiere e urlare minacce all’America.

Stimolando furori anche a Ferrara: sabato scorso in piazza municipale decine di manifestanti contestavano la base di Poggio Renatico noto covo guerrafondaio, senza sapere che intempestivamente l’Iran ammetteva d’aver centrato con un missile l’aereo di linea ucraino esploso poco dopo aver decollato da Teheran, facendo 176 vittime.

Perché ‘ammetteva’? Perché non si può negare a lungo l’evidenza registrata da satelliti e radar Nato come quelli di Poggio Renatico che non perdono mai d’occhio tutto ciò che vola.

Dopo la giravolta iraniana i nostri pacifisti son tornati a rimostrare? Hanno moltiplicando per 176 la loro collera contro il diversamente pacifico Iran (e, già che c’erano, ricordando che fare centrali nucleari in zone sismiche è da imbecilli)? Neanche per sogno.

Hanno, giustamente, lasciato agli studenti in Iran l’incarico di protestare sul posto contro le bugie iraniane: i locali parlano il farsi, tutti capiscono. Vengono, sì, percossi e incarcerati – inconvenienti inaccettabili da noi – ma là è folklore e non c’è da farci caso. È la vergognosa Nato, coi suoi radar inverecondi, quella che preoccupa seriamente.

Se sabato prossimo non piove dove si va a manifestare?

Paolo Giardini

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