di Andrea Profili
Oltre 600 milioni di danni soltanto nel 2019, lavoro perso, fatturato volatilizzato tra cimice asiatica e danni da maltempo. È una crisi profonda quella del settore agroalimentare italiano e ferrarese. Dopo la prima manifestazione di protesta dello scorso settembre, erano stati inseriti nella legge di stabilità 80 milioni per cercare di sostenere il settore, ma ad oggi ancora non sono state definite le modalità per ristorare le aziende agricole.
Agrinsieme Ferrara – il coordinamento che unisce Cia, Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle cooperative agroalimentari – ha fissato quindi per la mattina di giovedì 30 gennaio un’ulteriore mobilitazione di protesta che vedrà coinvolti cinque cortei di trattori, che partiranno da cinque punti nevralgici, come via Bologna, via Copparo e via Ravenna, per raggiungere il parcheggio dell’ex Mof. Da lì il corteo di protesta proseguirà a piedi il suo cammino verso piazza municipale. Alla manifestazione parteciperanno associazioni ed aziende agricole da tutto il nord Italia, ma l’obiettivo di sensibilizzare tutta la cittadinanza verso un problema che sta colpendo tutto il tessuto economico del territorio.
“Chiedo a tutti coloro che amano l’agricoltura di scendere in piazza con noi – invita Stefano Calderoni, coordinatore Agrinsieme Ferrara – in quella che sarà la più grande mobilitazione agricola degli ultimi decenni. Scenderemo in piazza perché la nostra crisi di liquidità è diventata insostenibile e le istituzioni non stanno facendo abbastanza per salvare le aziende agricole, le cooperative e il reddito di coloro che sono occupati nel settore. Gli 80 milioni da utilizzare in tre anni non sono sufficienti, se consideriamo che solo nel 2019 i danni ammontano a più di 600 milioni di euro. In assenza di risposte siamo purtroppo costretti a scendere in piazza, e estendiamo l’invito non solo alle associazioni ma a tutti i cittadini, perché l’agricoltura è anche tutela del territorio, oltre ad entrare nelle case delle famiglie, nelle tavole almeno due volte al giorno”.
“Ci scusiamo in anticipo con la cittadinanza per i disagi che creeremo alla viabilità – aggiunge Gianluca Vertuani, presidente di Confagricoltura Ferrara –, ma purtroppo una mobilitazione è necessaria per accendere un faro sul tema. L’agricoltura è la spina dorsale della nostra storia, ma oggi è vista come un comparto che sfrutta il territorio anziché tutelarlo, mentre gli agricoltori sono i primi custodi del territorio. Il comparto agricolo ha bisogno di visibilità e di essere unito: ci sono state mobilitazioni anche in altri Paesi, come la Spagna e la Germania, sintomo che la Comunità Europea sta facendo del malessere all’agricoltura dell’Europa. La Vespa Samurai non può essere l’unica soluzione al problema, dato che impiegherebbe almeno tre anni ad insediarsi, per cui come l’uomo assume le medicine per curarsi, così deve essere per l’agricoltura e gli agrofarmaci. La nostra agricoltura è vincente e di qualità, ma sta a noi accendere un faro per salvarla”.
“L’agricoltura ha un impatto sociale di circa 300mila giornate lavorative, che corrispondono al lavoro di circa 5.000 persone, impegnate in modo diretto e indiretto – conclude Roberto Crosara di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari-. Le cooperative in questi anni hanno sostenuto notevoli investimenti per innovare e rinnovare le loro strutture e i loro impianti, ma hanno bisogno di una continuità di forniture di prodotti agricoli per rispettare i loro piani industriali e salvaguardare i posti di lavoro. A tal proposito cercheremo anche il coinvolgimento dei sindacati per dare visibilità ad un settore che non ne ha.”
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