Politica
14 Gennaio 2020
Critiche al sindaco per la posizione non chiara sulla cessione di Amsef. Interviene anche Zaghini (Italia Viva): “Assuefatti ai suoi repentini cambi di opinione a seconda dell'interlocutore”

Partecipate. Modonesi: “Da Fabbri poche idee ma confuse”

di Redazione | 2 min

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“Cambiare idea è lecito, dicono sia addirittura sintomo di intelligenza. Ma dire tutto e il contrario di tutto, fare la giravolta in meno di un mese (dopo che in campagna elettorale si era giurato di non vendere nulla) e farla ogni volta che la situazione e/o l’interlocutore lo rende più conveniente e proficuo, è invece sinonimo di poche idee e assai confuse”. È Aldo Modonesi ad attaccare il sindaco Alan Fabbri per la marcia indietro e le rassicurazioni ai sindacati sulla cessione di Amsef.

“Il sindaco riesce nel capolavoro di smentire, in un colpo solo, se stesso, il suo assessore e la sua maggioranza”, osserva Modonesi, che ricorda come, a dispetto delle rassicurazioni di Fabbri, una delibera del Consiglio comunale del 16 dicembre sembra recitare l’esatto opposto, ovvero che “completata l’analisi propedeutica delle informazioni e effettuata la necessaria valutazione, il Comune provvederà alla dismissione parziale o totale del pacchetto azionario detenuto in Amsef”.

Sul sindaco piovono le critiche anche di Eric Zaghini di Italia Viva, secondo cui “in pochi mesi di mandato ci siamo assuefatti ai suoi repentini cambi di opinione a seconda dell’interlocutore cui si rivolge”. Per l’ex sindaco di Berra “non destano troppa sorpresa le parole del sindaco circa la volontà, dell’amministrazione comunale, di non collocare sul mercato alcuna partecipata (Amsef), né quote di esse (Hera). Ciò che sorprende è che, nonostante abbia già deciso in tal senso, il Comune di Ferrara abbia deciso di commissionare uno studio di fattibilità per stimare la convenienza di un eventuale piano di alienazioni: ciò significa gettare dalla finestra i soldi dei contribuenti ferraresi, che si trovano a pagare, di tasca propria, il (minuscolo) contentino lasciato all’assessore Fornasini, che immaginiamo essere in grave imbarazzo”. E proprio all’assessore al Bilancio è rivolta l’esortazione affinché “si metta l’animo in pace, per stare in quella maggioranza deve accettare il compromesso più grande: sacrificare tutte le idee liberali per le quali si è battuto nei cinque anni precedenti. Per il sindaco e la maggioranza che lo sostiene – osserva infine Zaghini -, continua ad essere opportuno che il Comune di Ferrara, con una propria società, offra, a prezzi di mercato,  ricordiamolo, un servizio in un settore già ricco di imprenditori privati: non solo sovranisti, anche statalisti”.

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