È necessario rivalutare il ruolo di Ferrara nell’ambito del sistema regionale e interregionale. Alla provincia di Ferrara deve essere dedicata una attenzione particolare affinché prenda il passo del resto della regione.
L’apertura tra qualche anno della Cispadana, recentemente sbloccata dalla Regione, darà respiro e sviluppo a tutto il nostro territorio, ma è necessario investire subito con forza su infrastrutture di trasporto pubblico e su rotaia, più sostenibili per l’ambiente: una metropolitana di superficie Ferrara-Bologna contribuirebbe ad uno sviluppo strategico di Ferrara nel triangolo industriale MiBo-Pd e all’integrazione con il capoluogo regionale, rivalutando anche il patrimonio immobiliare e migliorando la vita quotidiana di molti cittadini; il potenziamento e prolungamento della linea ferroviaria da Ostellato collegando la zona industriale Sipro, Comacchio e i lidi, andrebbe a vantaggio di lavoratori, imprese, turisti e trasporto merci.
Accanto alla strategia di medio termine è però necessario pensare, con priorità immediata, ad interventi a breve termine di cui beneficiare da subito. Ferrara conta alcuni poli industriali affermati che necessitano di infrastrutture funzionali per poter rendere più competitivo il sistema industriale già presente e per attrarre nuovi investimenti e localizzazione di imprese sul nostro territorio, contribuendo così a rilanciare l’occupazione.
Una fra queste è l’area industriale di San Giovanni di Ostellato, che ospita imprese multinazionali di rilievo. L’area dà lavoro a 1500 addetti ma ha potenzialità per poter raddoppiare i posti di lavoro con nuove imprese e rafforzando le filiere produttive esistenti. Si deve lavorare già da subito per portare vantaggi fiscali, normativi e risorse finanziarie a fondo perduto (come i bandi regionali POR FESR) coinvolgendo gli istituti di credito e le associazioni di categoria. In queste aree non devono mancare le infrastrutture: è necessario potenziare le fognature, garantire forniture di energia affidabili e sostenibili e connessioni a banda larga stabili e fruibili.
Accanto allo sviluppo industriale deve essere garantito un piano formativo tecnico-professionale adeguato con misure regionali e progetti pilota promossi da imprese e scuola come già tra l’altro avvenuto in alcuni casi (esempio Berluti e LyondellBasel).
Si possono definire patti di lavoro regionali con contratti di prima esperienza lavorativa e incentivi all’occupazione sia per i giovani sia per gli inoccupati del nostro territorio. Per uno sviluppo integrato del territorio, va poi dato forte impulso (attraverso risorse, sgravi, accompagnamento, ecc.) ad un modello imprenditoriale che veda nel legame con la comunità locale e con le specificità del territorio uno dei fattori centrali.
Oggi sappiamo che le aziende, sia profit che non profit, che puntano su questo hanno dei vantaggi anche in termini di produttività e competitività, e la Regione ha il dovere di diffondere questi modelli soprattutto nelle aree periferiche e rurali, dove imprese ad impatto sociale e ambientale positivo diventano strumento di rigenerazione dei luoghi.
Le leve dello sviluppo del territorio hanno bisogno di una politica attiva sul lavoro a livello regionale e di una visione innovativa del modello di sviluppo, questo sarà oggetto del mio impegno se eletto in Regione.
Dario Maresca, candidato indipendente nella Lista PD al Consiglio Regionale Emilia Romagna