Pinguini estensi. Gli amministratori: “Ci dissociamo da quei commenti”
A due giorni di distanza dall'articolo con cui Estense.com ha svelato gli odiosi contenuti presenti sulla pagina Facebook e dopo i primi annunci di querele, i gestori parlano attraverso il proprio legale: “Chi ha scritto quelle cose, se ne assume le responsabilità”

L’immagine di copertina del gruppo I Pinguini estensi
“Moderatori e amministratori si dissociano dai commenti che costituiscono reato”. A due giorni di distanza dall’articolo con cui Estense.com ha svelato gli odiosi contenuti presenti sulla pagina Facebook dei ‘Pinguini estensi’ e dopo i primi annunci di querele, i gestori parlano attraverso il proprio legale, l’avvocato Denis Lovison.
Gli amministratori Sergio Tracchi (il fondatore del gruppo), Paolo Pennini, Arianna Pocaterra, Paola Romani, Alberto Ferretti, Raffaella Breveglieri e moderatori Stefano Mezzetti e Stefano Giglioli/Meri Pezzolati (che oggi non risulta più in carica, diciamo) non si considerano in alcun modo responsabili per aver ospitato nel gruppo commenti che vanno dall’odio sociale e politico all’antisemitismo, fino alla diffamazione personale come nel caso, ad esempio, di Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo che già hanno annunciato azioni legali.
“Non è che se una persona commenta un post scrivendo cose che costituiscono reato allora tutto il gruppo e amministratori e moderatori le condivide”, afferma ancora l’avvocato Lovison. “Ci sono policy rigide create dagli amministratori in cui si invita a non offendere nessuno e controlli di Facebook tramite algoritmi su parole chiave e a differenza di quello che succede per altre pagine che sono state chiuse perché i contenuti sono stati considerati inappropriati, la pagina dei Pinguini estensi non è stata bloccata. Evidentemente cose così gravi non sono state tollerate e accettate, ma davanti a 5mila iscritti è difficile controllare tutti i commenti e quindi qualcosa può sempre sfuggire, in ogni caso quei contenuti non devono essere associati agli amministratori”.
“Chi ha scritto quelle cose, se ne assume le responsabilità – specifica ancora Lovison -. Ovviamente bisogna stare attenti, ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, c’è anche una libertà di satira, che può essere a volte tranciante, secca, ma quello che esce da questo concetto costituisce reato e chi lo scrive se ne assume la responsabilità. Non è neanche corretto essere offensivi, al di là del penalmente rilevante”.