Economia e Lavoro
2 Gennaio 2020
Il 2019 si porta via due istituzioni nel campo dell'artigianato ferrarese. Ancora incerta la sorte dei due locali

Doppia saracinesca chiusa, Ferrara saluta Lo Stokista e la bottega di James Stabellini

di Redazione | 2 min

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Chiusura d’anno, chiusura d’attività. Gli ultimi giorni di dicembre non si sono portati via soltanto questo 2019, ma anche un pezzo di storia della nostra città. Anzi, due: perché Lo Stokista di via Garibaldi e la bottega alimentare di James Stabellini, al civico 185 di corso Giovecca, hanno messo insieme più di mezzo secolo di artigianato nel cuore di Ferrara.

Per Luigi Benini, titolare della celebre pelletteria dal 1981, è un addio felice: “È giunto il momento della beneamata pensione” annuncia con un sorriso a trentadue denti, mentre gli ultimi clienti affollano il negozio. “Sono stati anni intensi – racconta -: inizialmente avevo comprato la licenza per vendere le borse che confezionavo assieme a un mio amico durante gli anni dell’università, in un piccolo laboratorio di via Padiglioni. Ovviamente Giurisprudenza poi non l’ho finita”, sorride.

Quello a cui non ha ancora pensato però, è la vendita dei muri (“L’intenzione c’è – preannuncia – ma non mi sono ancora attivato per farlo”) “e di cosa ne sarà delle commesse”, ironizzano amaramente a fianco a lui le due dipendenti, che dal primo gennaio si rimetteranno in cerca di lavoro dopo quasi quarant’anni.

Un po’ amaro anche l’addio di James Stabellini, che di Natali presso la sua bottega ne ha collezionati ben 52: “Purtroppo non c’è più affluenza – ammette – e dopo la chiusura dell’ospedale in corso Giovecca, della Casa dello Studente e dell’Arpae, è andata sempre peggio”.

Complice sicuramente la gdo (“stamattina c’era più gente davanti all’Interspar”, lamenta), ma “la mazzata” secondo Stabellini, è stata proprio la chiusura di strutture così grandi attorno cui gravitavano tantissime persone. E, si sa, “la gente chiama gente”.

Giusto in tempo per vendere gli ultimi cotechini, insomma, che è già il momento di affiggere il cartello ‘vendesi’. “Per fortuna i muri non sono miei – spiega – e sono qui in affitto. Vendo solo la mia attività, ma purtroppo oggigiorno questo mestiere non lo vuole fare più nessuno”. Un mestiere che per mezzo secolo, a Ferrara, ha reso la sua bottega una vera e propria istituzione per tutte le età.

“Queste sono le vere soddisfazioni” confida poi James mentre mostra un collage di foto di classe, con le dediche dei tantissimi ragazzi passati di lì abitualmente. “Grazie per tutti i panini fatti”, si legge accanto alle firme. Lo stesso ringraziamento che, sicuramente, verrà dal cuore di altrettanti ferraresi.

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