Attualità
29 Dicembre 2019
Uaar contro il preside del Perlasca: "Violato il principio di laicità, una trentina di studenti costretti a guardare un film". No comment da Kusiak e Gargioni

Messa di Natale in orario scolastico, insorge l’Unione degli Atei

di Redazione | 3 min

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“Scuola fuorilegge: è un dato di fatto. Nonostante la costituzione parli chiaro nella maggior parte delle scuole pubbliche il principio di laicità (articoli 7 e 8 della Costituzione) lo si infrange alla luce del sole”. È la dura presa di posizione del circolo Uaar Ferrara (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) su quanto sarebbe accaduto nell’istituto comprensivo “Perlasca” (scuola secondaria di primo grado T. Bonati) “dove lo scorso 20 dicembre il dirigente scolastico avrebbe organizzato la messa di Natale durante l’orario scolastico alla quale avrebbe addirittura partecipato un rappresentante politico locale”.

Una decisione, quella presa dal preside, “che avrebbe costretto una trentina di studenti a non prendere parte alla funzione, trovandosi costretti così a saltare l’ora di geometria per guardare un film” riferisce l’Uaar che ha chiesto alla scuola la delibera con la quale è stato programmato l’atto di culto in orario scolastico.

Una richiesta che avremmo avanzato anche noi, se ci fosse stato possibile. Mentre l’assessore alla Pubblica Istruzione Dorota Kusiak che ha partecipato alla cerimonia decide di “non entrare nel merito dell’organizzazione scolastica che gode di autonomia didattica”, il dirigente scolastico Stefano Gargioni contattato telefonicamente ci liquida con un secco: “No comment, arrivederci”.

Ma rimane la polemica sollevata da Gregorio Oxilia, coordinatore del circolo Uaar di Ferrara: “La scuola pubblica deve essere un luogo per studiare e formarsi e non per pregare. Siamo davanti ad una scelta del tutto fuori luogo: utilizzare la scuola pubblica come fosse un luogo di culto è un malcostume istituzionale e, ancor peggio, una limitazione del diritto allo studio“.

“Non solo – continua Oxilia – ma la celebrazione di una messa in orario di lezione e all’interno dei locali scolastici (nella palestra della scuola, in questo specifico caso) è inoltre un fattore divisivo degli studenti. Basti pensare alla nota ‘ora alternativa all’insegnamento della religione cattolica’ che viene spesso però proposta come una disorganizzata concessione a chi ne fa richiesta, quando in realtà è prevista per legge al fine di garantire a tutti gli studenti una continuità nelle attività didattiche”.

“La religione è una scelta personale e non deve interferire con la vita pubblica – ribadisce Oxilia -. Sembra tuttavia che molti interpretino a piacimento il principio di laicità presente nella nostra Costituzione. Abbiamo avuto conferme nette sulla partecipazione di un assessore comunale che ne avrebbe preso parte facendo così cadere non solo il principio di laicità delle istituzioni che lui stesso rappresenta ma altresì il principio delle “pari opportunità” che sono state negate agli studenti in quanto non ci sono state “pari opportunità” nel garantire il corretto svolgimento dell’orario scolastico”.

“Il preside si rende conto che così facendo cataloga studenti e famiglie in base alle loro credenze? A che titolo li mette di fronte alla scelta di partecipare o meno ad un atto di culto nella scuola da lui diretta?. La religione è un fatto privato in quanto anche la semplice “scelta” di partecipare o meno alla messa trova dell’assurdo considerando che al di fuori della scuola pubblica ci sono sufficienti luoghi di culto per poter rispondere a questa esigenza spirituale” chiosa il coordinatore degli atei e degli agnostici razionalisti: “Quest’atto, come la presenza dei presepi, è solo ed esclusivamente un atto politico (sia dei partiti di destra che di sinistra), per far leva sui sentimenti delle persone per ottenere consenso”.

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