Attualità
16 Dicembre 2019
Sonia Serravalli scrive all'amministrazione: "Potature in disaccordo con il regolamento per il verde pubblico e privato"

Pioppi capitozzati a San Bartolo, “fermate lo scempio”

di Redazione | 2 min

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“Fermate lo scempio”. Lo scempio è la capitozzatura dei pioppi cipressini a lato del complesso di San Bartolo, la richiesta è avanzata da Sonia Serravalli in una lettera indirizzata all’amministrazione comunale e di conseguenza all’Ufficio Verde Pubblico che sta proseguendo “con le disastrose potature sui pioppi cipressini del muro di cinta”.

“Adesso se ne sono salvati 8 su una quarantina (credo per poco), tutti gli altri sono stati capitozzati, trattati ufficialmente in disaccordo con le norme scritte nel regolamento per il verde pubblico e privato” spiega Serravalli che ci passava davanti tutti i giorni e “avevo perfino imparato il loro suono in primavera, cambiava con il nuovo fogliare e con il vento e cambiava note a seconda dei mesi”.

“Lo avevo imparato e ne avevo anche scritto pubblicamente – racconta la scrittrice -. Adesso quel suono non lo sentirò più e la primavera a Ferrara sarà sempre più un museo degli orrori (così come l’anno scorso è stato per le bellissime e sane catalpe ornamentali dimezzate in via Boschetto e ora malaticce)”.

L’attivista ambientale riporta anche il parere di un arboricoltore sulle “conseguenze di quelle che ancora ci si ostina a chiamare “normali potature”, davanti alle immagini dei pioppi cipressini (prima totalmente sani) di San Bartolo: la rovina irrecuperabile della forma naturale ornamentale delle piante, l’appesantimento delle codominanti divaricate con incremento del rischio di schianti, la maggiore possibilità di inarrestabili infezioni fungine”.

“Nonostante le numerose segnalazioni di arboricoltori, agronomi, ecologisti e mie, lo scempio si protrae ormai da anni nelle nostre zone; il calore continua ad aumentare, le persone a morire di cancro da polveri sottili (avete perfino paura a pronunciarlo) e i fiumi esondano (ben ci sta)” commenta Serravalli che si scaglia contro “gli addetti ai lavori che vincono gli appalti non sanno neanche che ad ogni ramo sano che decapitano, muore la radice corrispondente (per non dire di tutto il resto che ignorano) – e che i fautori della tanto temuta “pericolosità” degli alberi in città sono proprio loro – pagati coi nostri soldi”.

“Avrei bisogno di sapere a che gioco si sta giocando – è la conclusione della lettera -. Presto vengo a parlare direttamente con il sindaco”.

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