Eventi e cultura
13 Dicembre 2019
Il celebre pittore ferrarese è scomparso a 83 anni dopo una lunga malattia

Si è spenta la luce di Fabbriano

di Redazione | 3 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

È scomparso la notte scorsa, all’età di 83 anni, uno dei pittori più importanti che Ferrara abbia avuto nell’ultimo mezzo secolo. Ivano Fabbri, in arte Fabbriano, si è spento dopo una lunga malattia, che negli ultimi due mesi ha avuto una accelerazione fatale.

Fabbriano rappresenta, ha rappresentato, un punto di riferimento per l’arte figurativa italiana. La sua carriera inizia agli inizi degli anni ‘60, quando fa suo il nome d’arte lo ha accompagnato fino ad oggi.

Una firma che gli deriva dai viaggi dell’artista ancora ventenne in Spagna, Francia e Germania. E proprio in Germania, il pittore ferrarese incassa uno dei suoi primi riconoscimenti morali.

Siamo alla fine degli anni sessanta. Kokoschka notò i suoi quadri in una galleria di Monaco di Baviera. E fece il nome di quell’italiano sconosciuto a una delle più prestigiose gallerie d’arte della città, che aveva in animo una collettiva sui talenti europei emergenti. Fu così che Fabbriano espose alcune opere nel 1970 alla Galerie Eichinger in Maximilianstrasse.

Ma Kokoschka infatti non fu l’unico grande della pittura a notarlo. Qualche anno prima l’artista incontrò Emilio Vedova a Venezia. Allora il maestro disegnava tratti neri, violenti, su carta di giornale. Vedova non rimase indifferente e gli fece i suoi complimenti.

Intanto il carattere della sua produzione artistica prende forma: dal “Actionem Aktionismus” degli anni Sessanta vissuto con artisti quali Günter Brus, Arnulf Rainer, Ludwig Attersee, al “Gruppo Sintesis Informale” a cui aderisce nel 1968 con Carlos Mensa, Rafael Canogar, Luis Feito, fino al ritorno in Italia con la mostra, nel 1974, al Centro Attività Visive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara, in cui esporrà nuovamente negli anni successivi.

Nel 1977 è inserito nell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia. Altre personali lo vedono protagonista a Palazzo Barberini a Roma (1984), Palazzi Pacucci a Grosseto e Guasco ad Alessandria (1985), oltre a Palazzo Lanfranchi a Pisa. 

Nel 1984 gli viene assegnato il prestigioso Premio Joan Mirò di Barcellona e nello stesso anno espone al Centro Internazionale d’Arte Contemporanea di Parigi. In tutti questi anni sue mostre si succedono in vari centri espositivi: da Varsavia, a Bucarest, a Ploudiv (Bulgaria), a Ginevra, a Monaco, Francoforte, a Swansea (Inghilterra) e a Sarajevo, Belgrado, Skopjie, a Montecarlo. Oltre a Mosca, Krasnodar, a Tokio, a Barcellona, Parigi, Los Angeles.

Rassegne monografiche dell’artista ferrarese si sono tenute a Chicago, New York e Granada. In Italia espone nuovamente a Palazzo Barberini a Roma e al Castello Estense e a Palazzo Schifanoia a Ferrara. Nel 1989 gli viene consegnato il Premio Guercino d’Oro dalla città di Cento (Fe). Riceve nel 1991 la medaglia d’oro per l’arte dalla Città del Messico, tre anni dopo il I Premio Viviani a Pisa e nella stessa città nel 2003 il I Premio Nazionale.

Nel 2004 torna a Ferrara per esporre alla galleria del Carbone. L’anno successivo è a Mantova a Palazzo della Ragione e poi di nuovo a Firenze e a Ferrara, a Casa dell’Ariosto, nel 2008.

Nel 2013 torna a respirare l’aria mitteleuropea con la mostra “Da Vienna a Berlino”, una personale itinerante nelle maggiori città di lingua tedesca che raccoglie alcuni quadri degli esordi e opere nuove, fino alle porte marittime di Amburgo, oltre a integrazioni di altri lavori che si riallacciano alle tematiche dei “grandi viaggi”. Il tutto sotto il pennello dell’espressionismo.

Negli ultimi anni Fabbriano ha esposto nel 2014 a Villa Bighi in occasione del Settembre Copparese, e di nuovo a Copparo con la personale “Tempeste”, che raccoglieva le sue opere più significative dagli anni ’90 ad oggi, nelle sale della galleria Civica Alda Costa.

Nell’ottobre del 2015 la sua ultima esposizione, tenutasi nella Banca Mediolanum di via Saraceno a Ferrara.

Gli amici e gli ammiratori del Maestro potranno dargli l’ultimo saluto domenica mattina e lunedì nella camera mortuaria di Cona. Alle 10.30 di lunedì il feretro verrà accompagnato verso la chiesa della Certosa per una breve cerimonia che inizierà alle 11.

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