Politica
13 Dicembre 2019
Il titolare della Locanda della Zucca si dissocia dalla locandina: "Faccio solo il mio lavoro". Solidarietà dal vicesindaco Lodi: "Azioni vergognose"

Cena di Natale della Lega, il ristoratore: “Minacciato di ritorsioni economiche”

di Elisa Fornasini | 3 min

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“Cosa ho fatto di male? Cosa c’entro con le strombazzate? Io non mi chiamo Nicola Lodi. Più di servire cappellacci e braciole non devo fare, è il mio lavoro e non capisco perché debba essere minacciato per questo”. Dario Padovani, il titolare della Locanda della Zucca che il 19 dicembre ospiterà la cena di Natale della Lega, è sgomento.

Non tanto per la locandina che sbeffeggia gli avversari politici – “da cui mi dissocio, perché non c’entro e non l’ho neanche vista, sono stati i miei clienti a mescolare il nome della locanda per ironie personali” ribatte il ristoratore di San Bartolomeo in Bosco – ma per quanto è accaduto dopo la pubblicazione del volantino.

“Ho ricevuto varie telefonate minacciose ed email da parte di alcune persone che hanno detto che non verranno più a mangiare nel mio locale, manco a prendere un caffè, e uno voleva addirittura querelarmi” racconta Padovani che si dice “sbalordito e infastidito da questo accanimento nei miei confronti” e dal fatto che “la professionalità dopo anni e anni di lavoro fatto con onestà, molta serietà e immensi sacrifici venga messa in dubbio per una cena”.

“Dove siamo arrivati? Non capisco cosa abbia fatto di sbagliato ad accettare una cena organizzata dalla Lega o il motivo per cui avrei dovuto rinunciare a 180/200 persone che pagano una quota concordata” spiega l’imprenditore che per il menù si è accordato direttamente con il sindaco Alan Fabbri, “che viene spesso qui perché è amico del cuoco di Scortichino” e che “mi ha già chiamato perché è dispiaciuto di aver creato questi problemi”.

Problemi nati appunto dalla locandina derisoria. “Sinceramente non avevo capito che potesse essere considerata offensiva perché non seguo la politica – ammette Padovani -. Magari, ora che la guerra è finita e loro hanno vinto, si poteva fare una locandina normale senza creare un polverone ma comunque non mi interessa perché nel lavoro i partiti sono tutti uguali. Alla Tana del Drago ospitavo il sindaco precedente e la mia porta è aperta a tutti, Pd, M5S o qualsiasi altro partito. Mi farebbe piacere e metterei tutto il mio impegno per essere professionale e competitivo. Tutto il resto non mi riguarda, lavoro tutto il giorno per pagare il mutuo e dieci stipendi”.

Lo sfogo del ristoratore corre sui social e in poco tempo sono arrivate centinaia di commenti di solidarietà e si sono impennate le prenotazioni per la serata che ha quasi raggiunto il tutto esaurito. “Ho anche avvisato la questura perché abbiamo timore che qualcuno possa venire a strumentalizzare e rovinare la festa” interviene lo stesso Nicola Lodi.

Il vicesindaco esprime “vicinanza all’imprenditore, insultato e minacciato di ritorsioni economiche di chi non vuole frequentare più il suo locale. Sono intimidazioni gravissime e diffamazioni pesanti, azioni vergognose che meritano prese di posizione dal Pd e dalle sardine. Modonesi, Maresca e Fusari, prendete le distanze da questi episodi”.

La “diatriba che ha assunto risvolti seri” è nata da una locandina che Naomo definisce “comica, non violenta, non eccessiva che rimane nella dialettica politica quotidiana. Non è diffamatoria, non grida indignazione, non rappresenta il degrado umano. Non serve voler trovare per forzare qualcosa di cattivo, fascista e razzista anche in una locandina ironica. Noi ci ritroveremo per festeggiare la sconfitta del Pd e la città che sta riemergendo”.

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