Attualità
8 Dicembre 2019
Il protagonista del libro di Cinzia Berveglieri: “Ho agito sempre per aiutare il prossimo”

Luciano Bratti, un “monumento da preservare”

di Redazione | 3 min

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Alle 11,30 di sabato 7 dicembre la Feltrinelli di via Garibaldi era piena di gente, costringendo i visitatori a farsi strada per entrare. Il motivo? Luciano Bratti ovviamente, protagonista del libro di Cinzia Berveglieri “Gli occhi della storia. Luciano Bratti racconta”, presentato al pubblico proprio dall’autrice, in compagnia dello stesso Bratti, del figlio Alessandro, della moglie Fosca, di Gian Pietro Zerbini (capocronista de La Nuova Ferrara) e di Dario Franceschini (attuale ministro per i beni e le attivià culturali).

Dopo i saluti e ringraziamenti da consuetudine, la Berveglieri ha introdotto la figura di Luciano Bratti, descrivendolo come un uomo generoso, capace di farsi amare da tutti e pieno di storie da raccontare. E proprio attraverso i suoi racconti, nel libro si ripercorre quel che è stata la sua vita, fatta di numerosi impegni e responsabilità, affrontando contesti storici differenti e spesso difficili, ma che non hanno mai scalfito Luciano come uomo ed esempio per una comunità che lo ha sempre stimato e ricordato con affetto.

Bratti infatti è stato staffetta partigiana, membro della segreteria provinciale del Pci, consigliere comunale, vigile urbano, dirigente della 4 Torri Ferrara, presidente fondatore della Fipav provinciale, oltre che marito, papà, nonno.

Concetti rimarcati da Gian Pietro Zerbini, che considera Bratti un “monumento da preservare”, poiché tramite la sua testimonianza si può raccontare la Storia, dai periodi più critici ai tempi moderni. Parole confermate anche dalla presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea, Anna Maria Quarzi, la quale ci ha tenuto a sottolineare la generosità di Luciano e l’amore verso il prossimo che lo ha sempre contraddistinto.

Ci ha tenuto ad essere presente e dire due parole anche Franceschini che ha specificato di “essere qui non in veste di ministro, ma come amico di famiglia. Ho frequentato casa Bratti dai tempi del Liceo, una casa ricca di valori e di amicizia. Ci andavo spesso a trovare Sandro (il figlio) con cui condividevo il percorso scolastico e la passione per la politica, nonostante le diverse vedute”. Come raccontato dal ministro della cultura infatti “all’epoca era un periodo storico-politico particolare in Emilia, si viveva una situazione alla Don Camillo e Peppone, e spesso mi ritrovavo a discutere non solo con Sandro, ma anche con Luciano (che fece parte della segreteria provinciale del Pci)”. A tal proposito, divertente l’aneddoto di quando Franceschini nel 2009 tornò a Ferrara per giurare come segretario del Partito Democratico, e si fermò a casa di Luciano affermando: “ora sono diventato segretario del tuo Partito!”.

Il libro di Cinzia Berveglieri rivela tante altre di queste storie particolari, racchiudendo anche diverse foto che ben descrivono quel che Luciano Bratti ha fatto per la gente di Ferrara, e quanta gente gli ha voluto bene. “Tra il pubblico vedo tanti vecchi amici e gente che riconosco, e tutto questo mi porta indietro nel tempo, facendomi ricordare molte cose belle” ha commentato commossa la signora Fosca, moglie di Luciano che, forse ancora più emozionato, ha preso parole alla fine ringraziando di cuore tutti: “Non so se merito tutto questo, non credo di aver fatto così tanto per meritarlo. Anzi, forse avrei potuto fare anche qualcosa in più, ma ho comunque la consapevolezza di aver agito sempre con l’obiettivo aiutare il prossimo. In ogni caso davvero un grazie di cuore a tutti”.

Chiusa finale con la lettura di un pezzo da parte dell’autrice, Cinzia Berveglieri, capace di commuovere ulteriormente i presenti, oltre che il protagonista del libro, un uomo tutto di un pezzo che “ha amato un solo colore, ascoltando ed accogliendo quelli con idee diverse”, e che si è concesso poi ai saluti personali e alle firme delle copie del libro.

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