di Davide Soattin
Il penitenziario di via Arginone apre le proprie porte all’Università di Ferrara e lo fa attraverso il progetto Universit’Aria, una serie di lezioni e conferenze che per tutto l’anno accademico saranno tenute – a titolo volontario e gratuito – da docenti dell’ateneo estense, presso l’istituto di detenzione cittadino, con l’obiettivo di stimolare nell’uditorio la voglia di imparare, approfondire le tematiche affrontate o intraprendere un corso di studi.
Di questo ciclo educativo e culturale, in cui più di trenta professori offriranno ai detenuti un’ora d’aria differente e dedicata alle più diverse discipline, si è già tenuta la prima lezione con il professor Paolo Trovato, ordinario di Linguistica italiana che, nel pomeriggio di venerdì 6 dicembre, presso la sala teatro della struttura carceraria, ha inaugurato il folto calendario con una chiacchierata interattiva e dialogata su Dante, l’Inferno e la sua Divina Commedia.
Tra i componenti di una folta platea – quasi un centinaio i detenuti che hanno ascoltato con attenzione e curiosità la lezione – anche il prefetto Michele Campanaro, entusiasta dell’iniziativa: “Credo sia davvero importante partecipare a questo appuntamento, perché evidenzia certi valori e principi, che sono capisaldi della nostra Costituzione. Tutti quanti dobbiamo credere nel valore della funzione rieducativa, un tassello aggiuntivo che permette di recuperare una parte di vita connotata negativamente da alcuni fatti. A questo genere di proposte, così lodevoli e importanti, le porte della prefettura saranno sempre aperte”.
Un pensiero ripreso anche dalla direttrice del penitenziario Maria Nicoletta Toscani, presente insieme al comandante Annalisa Gadaleta e al responsabile delle attività educative Loredana Onofri: “Avere qui oggi il prefetto significa che il carcere è nella città ed è in tutti i sensi seguito dal governo. Queste manifestazioni di cultura e libertà sono un ulteriore passo verso i valori costituzionali, oltre che un’ importante apertura verso il recupero e il reinserimento dei carcerati a livello sociale”.
A spiegare la genesi creativa del ciclo di seminari all’interno della struttura di via Arginone, tra obiettivi e finalità della manifestazione, ci ha pensato in conclusione Stefania Carnevale, delegata di Unife per i rapporti con la casa circondariale e ideatrice dell’evento: “Attraverso questo tipo di progetto vogliamo gettare un ponte stabile tra Unife e l’istituto penitenziario. Tutto è nato nei mesi scorsi, quando ho illustrato la possibilità di venire a fare lezione qua a diversi docenti. Credevo di avere poche risposte e invece ho avuto un riscontro incredibile da parte dei colleghi. In tantissimi si alterneranno a portare le loro esperienze, nella speranza che sia uno scambio di natura proficua sia per loro che per i detenuti. Per noi ambasciatori dell’articolo 27 si tratta di un qualcosa che ci piace moltissimo, grazie soprattutto a un nuovo modo di intendere l’ora d’aria”.
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