Alcuni giorni fa ho firmato una petizione dove si parla di assunzioni, investimenti, riqualificazioni del sistema bibliotecario della città. Ho scritto volentieri le mie generalità con firma annessa non solo perché ho costantemente in mente le parole della Yourcenar, ma soprattutto perché Ferrara ha sempre avuto eccellenti servizi di lettura, ma sradicati da un progetto globale.
Il primo punto delle richieste indica una “struttura interrotta sul nascere” che la si vorrebbe come terzo polo cittadino superando il vecchio concetto di quartiere o circoscrizione. La Biblioteca Bassani al nord, la “nuova Rodari” a sud e l’Ariostea nel cuore della city. Questa ipotetica e futuribile “nuova Rodari” avrebbe la struttura fisica e culturale di una vera e propria Biblioteca moderna, oltretutto posizionata in un punto già popoloso di per sé e attualmente in ulteriore espansione.
Se questo progetto andasse in porto, si potrebbe portare Ferrara come esempio (forse un po’ casuale) di urbanizzazione bibliotecaria. È noto che l’Emilia Romagna rivoluzionò il mondo bibliotecario creando centinaia di biblioteche sia nei quartieri delle città che nei piccoli e medi centri di provincia. Essendo il mondo cambiato vistosamente anche il concetto di “piccola biblioteca sotto casa” è cambiato o dovrà cambiare.
La petizione sottolinea inoltre, la necessità di assumere personale in previsione di vari pensionamenti nei prossimi due anni. Avendo lavorato per molto tempo nel settore Biblioteche della città, posso contare al massimo sulle dita di una mano, l’ingresso di nuovi bibliotecari/e negli ultimi dieci anni.
La politica culturale di qualunque amministrazione deve finalmente impegnarsi per costruire un progetto bibliotecario, non limitarsi sempre a dare una ritoccatina, a chiudere una falla, a disinteressarsi proprio mentalmente di questo fatto: esistono biblioteche (a Ferrara come in Italia) che promuovono quell’oggetto misterioso che è il libro e che in silenzio svolgono un lavoro basilare per lo sviluppo della Conoscenza. Firmare è un gesto, un simbolo, ma più firme ci sono meglio è, ovviamente, quindi firmate pure e in molti vi ringrazieranno.
Andrea Poli