Eventi e cultura
3 Dicembre 2019
Il turbolento scrittore e politico russo ha presentato il suo libro “Il boia”, scritto nel 1982 a New York

Limonov a Ferrara: “Il popolo è stanco di essere schiavizzato dalle élite”

di Redazione | 2 min

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di Pietro Perelli

Eduard Limonov presenta nella sala San Crispino di Libraccio “Il Boia”, libro scritto nel 1982 mentre si trovava a New York. Edito per la prima volta in Francia nel 1986, arriva in Italia grazie a Sandro Teti editore che è presente in sala e dialoga con l’autore insieme ad Antonio Alizzi.

Il libro, per stessa ammissione dell’autore, è arrivato prima di altri perché tratta tematiche difficili per l’epoca in cui è stato scritto: “i club di sadomasochismo – dice – erano vietati e spesso subivano retate della polizia”.

Il politico dissidente russo, la cui turbolenta vita ha ha ispirato la biografia romanzata scritta da Emmanuel Carrère, paragona il suo libro al film “Joker”, recentemente uscito, ed è nato in un club sadomaso dove l’autore incontra un ragazzo polacco che vive vendendo le proprie prestazioni a donne benestanti. Il protagonista del libro è un ragazzo polacco dalla “mente alterata proprio come Joker che vuole distinguersi”. “Ma non voglio parlare di letteratura – dice Limonov – fatemi domande di altro genere perché penso che la letteratura sia superata”. Non è un caso se in uno dei passaggi successivi dirà: “Io non sono sempre dalla parte della ragione ma vado sempre dalla parte dove non va la maggioranza”.

I relatori lo seguono facendo domande che poco hanno a che fare con la letteratura e molto con la politica. Si va dalla Cina al Russia Gate passando per le proteste di Hong Kong. Per tutte queste domande Limonov non ha risposte scontate o già sentite, spesso si tratta di risposte irriverenti al limite dello scherzo.

Come quando dice che la Cina è un fuoco di paglia perché “non penso siano 1,4 miliardi ma la metà, inoltre – continua – comprano tra il 15% e il 32% del loro fabbisogno alimentare per cui basterebbe un embargo per farli cadere”. E per lui, fondatore del Partito Nazional Bolscevico, “la Cina nella sua storia ha sempre cercato di incutere timore mostrandosi più grande di quello che è”.

Le due riflessioni più interessanti probabilmente le fa sulle rivolte di Hong Kong, dove i manifestanti hanno vinto in modo schiacciante le elezioni e, dice Limonov, “si definiscono democratici ma io penso siano liberisti, quindi sono miei nemici ideologici ma si stanno battendo bene”.

Altro passaggio riguarda invece i Gillet Gialli che sono più vicini a lui ideologicamente e che ha recentemente visitato ma, dice, “nel mondo in generale sono molti i movimenti di protesta e penso che il popolo sia stanco di essere schiavizzato dalle élite”.

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