Eventi e cultura
3 Dicembre 2019
Si inizierà giovedì 5 dicembre con un omaggio all'attrice Adriana Benetti in occasione del centenario dalla sua nascita

Arriva #FerraraCinemaMemoria per ricordare i grandi cineasti estensi

di Redazione | 3 min

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#FerraraCinemaMemoria, questo è il nome, in chiave social, del nuovo progetto ideato da Stefano Muroni, attore e presidente della Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini, e patrocinato dal Comune di Ferrara. Una rassegna cinematografica per riscoprire e ricordare i grandi cineasti ferraresi in ricorrenze speciali. Si inizierà giovedì 5 dicembre con un omaggio ad Adriana Benetti, attrice ferrarese, in occasione del centenario dalla sua nascita.

L’appuntamento del 5 dicembre prevede la proiezione di “Quattro passi fra le nuvole”, una delle principali opere della Benetti, e si articolerà nel corso della mattinata: dalle 8:30 alle 10:30 proiezione all’istituto Einaudi, dalle 11:30 alle 13:30 al liceo Carducci mentre alle 9:30 ci sarà una lezione speciale alla Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini.

«Ringrazio Stefano Muroni, Alessio Di Clemente, la professoressa Anna Maria Quarzi, la preside del liceo Carducci Licia Piva e la preside dell’istituto Einaudi, Marianna Fornasiero. Ho “studiato” Adriana Benetti guardando due suoi film – afferma l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli -. “Quattro passi fra le nuvole” evidenzia, a mio avviso, un elemento straordinario, in quanto è stato registrato durante la guerra; la trama divertente non la considererei neorealista ma più verista. C’è una delicatezza nel film di Blasetti che si sposa con l’energia straordinaria della Benetti. La sua immagine, la sua fragilità che nasconde in realtà una ossessione dietro lo sguardo gentile, mi ha colpito molto».

«Ho parlato a lungo con la figlia di Adriana Benetti – aggiunge la docente referente dell’Einaudi Claudia Cavicchi – e mi ha detto che il regista Valerio Zurlini si è ispirato ad Adriana per il film “La ragazza con la valigia”, per l’omonimia con la storia della protagonista: la ragazza che prende la sua vita in mano e se ne va, con solo una valigia».

«Era importante ricordare Adriana Benetti, a partire dalle scuole – conclude Stefano Muroni -, perché nonostante tutte le vicissitudini a cui è andata contro, a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, ha continuato a credere nei propri sogni. Lei ci ricorda che è possibile perseguire i propri obiettivi anche in situazioni avverse».

Una delle attrici cinematografiche più rappresentative degli anni ’40, Adriana Benetti nasce a Quacchio, quartiere di Ferrara, il 5 dicembre 1919. Con la sua delicata figura e il sorriso malinconico ha rappresentato la ragazza innocente “acqua e sapone” in alcuni dei migliori film crepuscolari e sentimentali degli anni della guerra.

Aveva appena conseguito il diploma di recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, scuola prestigiosa in cui essere ammessi non è decisamente scontato, quando nel 1941 fu scoperta da Vittorio De Sica che le affidò il ruolo della timida orfana protagonista di “Teresa Venerdì”, e la giovane Benetti rese credibile, con una recitazione spontanea e naturale, il personaggio petulante e stereotipato del romanzo di Rudolf Török, ottenendo un immediato successo.

Nel 1942 interpretò la cameriera derubata su un tram in “Avanti c’è posto…” di Mario Bonnard, accanto ad Aldo Fabrizi al suo esordio cinematografico, e la fragile ragazza in attesa di un figlio e abbandonata dal fidanzato nel delicato capolavoro “Quattro passi fra le nuvole” di Alessandro Blasetti. L’attrice lavorò in seguito, tra gli altri, con Luigi Zampa, Mario Soldati, Esodo Pratelli e Gennaro Righelli.

Nell’immediato dopoguerra interpretò “O sole mio” (1946) di Giacomo Gentilomo accanto a Tito Gobbi, il cupo melodramma Furia (1947) di Goffredo Alessandrini e soprattutto il torbido “Tombolo, paradiso nero” (1947) di Giorgio Ferroni.

A trent’anni la Benetti abbandonò il cinema italiano per riapparire solo in “47 morto che parla” (1950) di Bragaglia, accanto a Totò.

Nel 1949 si trasferì in Spagna e poi in Argentina, dove interpretò alcuni film. Dopo il film “A vent’anni è sempre festa” di Vittorio Duse scompare dalle scene. Il 26 febbario 2016, la figlia ne annuncia la morte all’età di 96 anni, con un necrologio apparso sul quotidiano La Repubblica.

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