“Il 25 novembre non ci basta più”. Ferrara commemora le vittime di femminicidio
Flash mob in piazza Verdi. Batista (Cgil): “Le leggi ci sono, ma vanno applicate con coerenza, continuità e finanziamenti”
di Lucia Bianchini
Uccisa dal marito, uccisa dal compagno, uccisa da un uomo che l’aveva corteggiata: sono solo alcune delle frasi scritte sui cartelli che riportano i nomi di alcune delle donne che hanno perso la vita nel 2019, circa un centinaio, accompagnati da scarpe rosse, nell’allestimento organizzato per il flashmob che si è tenuto in piazza Verdi dalle ore 17 di lunedì 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
“Vogliamo mostrare il nostro impegno e il desiderio che tutto questo cambi, servono incontri di informazione e formazione, che le associazioni si impegnano a fare. Bisogna cambiare un paradigma. Il 25 novembre non ci basta più, è una data simbolica importante, ma serve un presidio costante delle istituzioni e dei cittadini – ha spiegato Francesca Battista di Cgil-. L’Italia ha ratificato la convenzione di Istanbul, basata su prevenzione, presa in carico, punizione: le leggi ci sono, ma vanno applicate con coerenza, continuità e finanziamenti”.
Il flashmob è stato organizzato da Arcilesbica, Udi, Centro donna e giustizia, Cgil, Cisl, Uil, Cittadini del mondo, Conferenza donne PD, Rete Pace, Arci, Uisp, Leggere donna, Arcigay, Legacoop.
Ad accompagnare la manifestazione il coro delle mondine di Porporana che ha intonato alcune canzoni riadattate per l’occasione, oltre ai canti popolari dedicati alle mondine, alle donne e al lavoro.
A seguire, all’ex teatro Verdi è stata inaugurata la mostra fotografica di Fabrizio Fontanelli ‘Still Life? 15 donne + 1 uomo’ che ha ritratto 15 donne e un uomo in momenti di rabbia, paura: “Il velo sul volto delle donne mostra quando a causa delle violenze perdono la loro identità – ha spiegato il fotografo-. L’uomo è vestito ed elegante, rassicurante. È l’apparenza, che spesso inganna”.
Un video realizzato da Cna Impresa donna, dal titolo: ‘Impresa: femminile, singolare. La nostra storia plurale’ ha mostrato l’imprenditoria al femminile, storie di fatica, di lavoro, di ‘dover dimostrare qualcosa a qualcuno’, ma soprattutto storie di autonomia, soddisfazione e realizzazione personale, per dire basta alla violenza sulle donne.