Politica
24 Novembre 2019
Fabbri: “Implementare il tessuto culturale cittadino attraverso anche una logica turistica”

Ferrara Arte, Ferrara Musica e Teatro Comunale in mano ai manager

di Redazione | 4 min

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di Pietro Perelli

Presentati in pompa magna i presidenti e i consigli direttivi di Fondazione Teatro Comunale, Associazione Ferrara Musica e Fondazione Ferrara Arte. Padrone di casa e con il compito di presentare ogni nuovo membro è l’assessore alla cultura Marco Gulinelli, sul palco insieme al sindaco Alan Fabbri e a due dei tre nuovi presidenti di Fondazione, Vittorio Sgarbi – dal 21 novembre presidente di Ferrara Arte – e Mario Resca – sempre dal 21 di questo mese presidente di Fondazione Teatro Comunale -. È invece assente Francesco Micheli che da due giorni è presidente dell’Associazione Ferrara Musica.

“Ci tenevamo a fare in questo luogo magico di Ferrara – dice Fabbri – la presentazione dei nuovi presidenti che ringrazio per aver accettato questo incarico e che ricordo essere a titolo gratuito oltre a dare prestigio alla nostra comunità”.

Lo scopo dell’amministrazione, si evince dalle parole del sindaco, è quello di “implementare il tessuto culturale cittadino, molto vivo, attraverso anche una logica turistica”. “Ho scelto volutamente – conclude – a differenza della precedente amministrazione, di non essere presidente perché volevo dare la possibilità e la libertà ai presidenti di lavorare essendo professionisti seri e, consentitemi di dire, sul pezzo”.

Oltre a questo cambio Fabbri annuncia anche l’intenzione di ampliare i consigli di amministrazione “per dare più voce alle associazioni che compongono il tessuto economico-turistico della città”.

Mario Resca, ferrarese laureato alla Bocconi viene dal mondo dell’impresa ed è attualmente Presidente di Mondadori Retail e membro del Cda di Arnoldo Mondadori Editore. Oltre a questo ha “avuto anche d’opportunità – ricorda nel suo intervento – di dare il mio tempo per il mio paese quando mi fu richiesto di coprire la carica di Direttore Genera del MiBact avendo l’opportunità di rappresentare il mio paese per la valorizzazione del territorio, un’esperienza bellissima ma non facile, durissima”.

“Il patrimonio culturale italiano – continua – come tutti sappiamo è molto ambito e conosciuto e io porterò a Ferrara la mia esperienza di gestione. Nonostante sia un momento difficile per l’Italia penso che Ferrara possa sviluppare ambizioni importanti attraverso la cultura, la bellezza salverà il mondo e in questo momento difficile penso che si possa attingere dalla cultura per creare ottimismo e sviluppo”. Per concludere il suo intervento il neo-presidente della Fondazione Teatro Comunale riprende, modificandola, una frase dell’ex ministro Tremonti dicendo che “con la cultura si mangia” anche perché “creare lavoro attraverso i servizi, ristoranti, alberghi, creare circuiti che attirino ricchezza è molto più facile e meno dispendioso che creare lo stesso numero di posti nell’industria”.

L’ultimo discorso è riservato a quello che Resca ha definito nel suo intervento “il cittadino più illustre della nostra città”, Vittorio Sgarbi che inizia l’intervento riprendendo un tema già toccato dal sindaco. “Non vorrei – dice – iniziare con una polemica ma va detto; chi erano i presidenti di Ferrara Arte e di Ferrara Musica prima dell’elezione di Alan Fabbri?”.

L’accusa è rivolta alla precedente amministrazione “rea” di aver scelto al proprio interno i due presidenti dando tali cariche a sindaco e vicesindaco.

Il neopresidente di Ferrara Arte ritiene che le Fondazioni debbano essere autonome e si chiede “in quale logica il sindaco e il vicesindaco di una città debbano essere presidenti di due fondazioni che erogano denaro dialogando con sé stesso per farseli dare?”.

Le nomine fatte da questa amministrazione “rispecchiano invece un autonomia della cultura”. “Francesco Micheli – dice Sgarbi – è imprenditore ma non uomo di destra ed è uomo illuminato, Mario Resca, ferrarese, sarà utilissimo per la sua esperienza gestionale e di presidente di seicento librerie Mondadori in Italia”. Dal canto suo Sgarbi ricorda molte delle cose fatte per la città nonostante spesso questa si sia dimenticata di lui, prende in causa la costruzione del MEIS “che devo ricordare ho fondato io” dopo che “una città così ingrata, un’amministrazione così distratta e una totale mancanza di riconoscenza hanno indotto ad ignorarmi per più di dieci anni”.

Vittorio Sgarbi come di consueto non le manda a dire in un intervento di più di quaranta minuti e del quale dedica una parte per raccontare della “difficile situazione che si creerà alla chiusura di Palazzo Diamanti”. Nonostante ciò segnali positivi saranno la “riapertura di Palazzo Schifanoia, in concomitanza con la chiusura di Palazzo Diamanti, e l’utilizzo de Castello Estense come sede espositiva ma anche il riallestimento di Palazzo Bonaccossi”. Un aspetto che preoccupa Sgarbi ma, come lui stesso dice, sarà principalmente compito dell’assessore Gulinelli risolvere, è la situazione delle chiese a Ferrara dopo il terremoto del 2012 che “andranno riaperte il più in fretta possibile”.

“Questa città – conclude – ha le prerogative per essere una capitale europea della cultura perenne anche senza concorrere; annuncio che Pesaro-Urbino concorreranno come capitale europea della cultura e trovo che sia un po’ diminutivo concorrere per Ferrara capitale italiana della cultura come premio di consolazione di Franceschini ma questa è in parte anche volontà dell’amministrazione. Concorreremo ad entrambe ma nel 2033, anno che corrisponde al centenario della morte di Ludovico Ariosto potrebbe essere tranquillamente Ferrara capitale europea della cultura che per quello che mi riguarda già è”.

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