Le leggi delle donne tra potere e collettività
Presentato il testo documentario che percorre il cambiamento 'al femminile' dell'Italia dal 1950 ad oggi
Delle leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia dal 1950 ad oggi, si è parlato venerdì pomeriggio alla Sala Conferenze dell’Istituto di Storia contemporanea presieduto da Anna Quarzi, con la presentazione dell’omonimo testo documentario a cura della Fondazione Nilde Iotti. Moderate dalla giornalista Camilla Ghedini, sono intervenute Quarzi, la senatrice Pd, Paola Boldrini – prima firmataria della legge sulla medicina di genere, oggi inserita nel piano sanitario nazionale – e Fulvia Signani, psicologa docente di sociologia di genere, che insieme a Boldrini figura tra le autrici del volume.
Un incontro fortemente voluto da Quarzi nell’ambito delle iniziative di novembre, in cui ricorrono la Giornata Mondiale dei Diritti del Fanciullo (il 20) e la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (il 25) «per comprendere l’immane lavoro compiuto nei decenni dalle donne, a partire dalla Costituente. Oggi è importante chiedersi a che punto siamo per trasmettere ai giovanissimi che il percorso fin qui compiuto potrebbe non essere acquisito definitivamente. Conoscere è fondamentale per sapere riscontrare quanto incidono anche oggi nella loro stessa vita. E i ragazzi, attenti, con esempi mirati, dimostrano attenzione e sensibilità».
Il concetto di potere alle donne, di cui tanto si discorre, «deve essere vissuto come possibilità di decidere per la collettività, non come esercizio individuale di una prerogativa», si è soffermata Boldrini, che ha rimarcato come le leggi portate avanti dalle donne non siano ad esclusiva misura dell’universo femminile, «ma di famiglia, società, comunità». Ne è esempio la medicina di genere, che come hanno rimarcato Boldrini e Signani, non è la medicina delle donne, ma la medicina che su prevenzione, presa in carico, cura, distingue i generi. Affrontato, grazie anche al contributo di Susanna Garuti, Cgil, il macrotema del lavoro nelle sue articolate declinazioni. Dall’Udi, con Liviana Zagagnoni, l’appello a non abbassare la guardia.