Politica
22 Novembre 2019
Modonesi: “Gestione imbarazzante. Valutiamo anche un esposto al prefetto”. Minelli: “Non siamo contro la commissione d’indagine, ma contestiamo il metodo”

Il Pd ricorre al Tar per un problema di democrazia interna in consiglio

di Redazione | 3 min

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“Non siamo contro l’istituzione della commissione d’indagine sul sistema degli affidi dei minori ma contestiamo il metodo con il quale è stata istituita”. Questo è il nocciolo della conferenza stampa indetta dal Pd ferrarese per spiegare il motivo del ricorso al Tar con il quale si chiede la sospensione della commissione. Il virgolettato è del segretario comunale Nicola Minelli ma un po’ tutti i presenti, Aldo Modonesi, Ilaria Baraldi, Francesco Colaiacovo e Deanna Marescotti, ribadiscono più volte questo concetto.

Il problema riguarda, secondo il Pd, la democrazia interna all’istituzione comunale e al sistema del così detto check and balance. “La commissione d’indagine – dice Colaiacovo – a partire dall’art. 44 del Tuel (testo unico degli enti locali, ndr) è prevista come attività di controllo e strumento delle minoranze e proprio per questo la presidenza viene assegnata alle minoranze”.

“Il ricorso al Tar – spiega Modonesi – lo avremmo fatto in ogni caso al di là del merito della commissione e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo decine di interpellanze senza risposta, dopo che non vengono rispettate le prerogative dei consiglieri per l’accesso agli atti”. “Ma anche – continua – per una gestione imbarazzante dei consigli comunali con ordini del giorno sempre stravolti e assessori che non rispondono entrando nello specifico alle interpellanze della minoranza”.

Non si tratta quindi di una presa di posizione su precisi provvedimenti, ma sul funzionamento della democrazia interna alle istituzioni che “fa bene a tutti ma dato che la politica non è in grado di garantirla abbiamo deciso di sottoporre il caso al Tar e valutiamo anche un esposto al prefetto”.

Le problematiche principali paiono due: la modalità con cui è stata istituita e la sua composizione che non garantisce proporzionalità. “La cosa strana – dice Colaiacovo che è anche il membro per il Pd della commissione istituita – è che una commissione che deve indagare sull’operato dell’amministrazione viene proposta dall’amministrazione stessa e presentata dall’assessore che ha per delega proprio la materia oggetto d’indagine”.

“L’altra cosa assurda – continua – è che nella composizione della commissione è prevista la partecipazione del sindaco o di un suo sostituto con diritto di voto e quindi ci si è trovati con l’assessore Coletti che ha presenziato in sostituzione del sindaco e ha anche la possibilità di votare su una materia di cui lei ha la delega”.

Direttamente connesso a questo primo problema sollevato dal Pd, di mancanza di democrazia interna alle istituzioni e alla commissione, è quello della mancata proporzionalità in commissione che è composta da nove membri più il sindaco con il voto che non è ponderato alla presenza più o meno numerosa dei gruppi politici in Consiglio Comunale. Due dei nove membri sono in quota Lega mentre gli altri sette sono uno per ogni gruppo consiliare.

“Lo statuto, il regolamento, la legge – dice Colaiacovo – prevedono che le commissioni siano composte in modo proporzionale in base alla consistenza di ogni singolo gruppo, in questa commissione non è previsto”.

“La commissione – aggiunge Modonesi – doveva essere più ampia per garantire una giusta proporzionalità rispetto ai gruppi consiliari. A Forlì, altra città a guida centro-destra, una commissione analoga è stata istituita con numeri completamente diversi che tengono conto del diritto di tribuna ma anche del diritto di proporzionalità”.

In sostanza “non c’è agibilità politica per l’opposizione” dice Colaiacovo anche perché, aggiunge, “la delibera esecutiva di questa commissione lascia completa discrezionalità al presidente”.

Tante, troppo stranezze, che hanno il loro culmine in questa commissione e che fanno dire a Ilaria Baraldi “che non si era mai visto nulla di simile in consiglio comunale come negli ultimi sei mesi, tutte le procedure che si erano viste precedentemente si sono sempre mantenute all’interno del rispetto formale e sostanziale di regolamenti e statuti”.

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