(archivio)
di Giada Magnani
Elezioni per il rinnovo delle consulte cittadine: ad Argenta non si vota. O meglio non si vota nella città capoluogo, cosi come in altre sei frazioni. Ecco il perché.
Chiusi i termini per la presentazione delle candidature (il 6 novembre scorso) sono emersi dei dati che, il 24 novembre prossimo, non porteranno appunto alle urne (la volta precedente si è comunque riscontrata una bassissima affluenza, pari a poco meno del 2%) circa 8.000 cittadini. È approssimativamente la metà degli aventi diritto. Tra i requisiti: aver compiuto 16 anni.
Ma di che dati si tratti è presto spiegato. Bisogna però partire dal presupposto secondo cui i membri dei comitati di rappresentanza cittadina (le ex consulte o consigli di partecipazione, che per statuto debbono insediarsi 180 giorni dopo il nuovo sindaco, giunta municipale e consiglio comunale) siano composti da un numero di esponenti proporzionale ai residenti delle località di riferimento. Vale a dire: 3 per quelle con non più di 500 abitanti; 5 per quelle sino 1500; 7 per quelle che superano i 1500.
Detto questo in sette frazioni appunto il numero dei candidati non ha raggiunto (o è pari) a quello previsto per istituire questo organismo che, in sintesi, fa da trait d’union tra le comunità locali e l’amministrazione comunale.
Per la precisione questo è il dettaglio: Argenta (7 candidati su sette componenti); Anita (4-5); Benvignante (3-3); Boccaleone (5-5); Filo (7-7); Ospitale Monacale (3-5); Traghetto (2-3). Ragion per cui insomma in questi casi tutti i candidati entreranno a far parte delle consulte di frazione per nomina automatica. Per la cronaca invece nelle altre 7 frazioni si va al voto partendo da questi elementi: Bando (6 candidati-5 membri da eleggere); Campotto (10-5); Consandolo (13-7); Longastrino (8-7); San Biagio (12-7); San Nicolò (9-7); mentre è Santa Maria che fa il record (20-7).
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