Attualità
8 Novembre 2019
Trasloco degli uffici comunali di Commercio, Attività Produttive e Suap. Travagli: "Punto di riferimento per l'utenza produttiva". Maggi: "Da buco nero a bellezza unica". Secondo lotto di lavori entro aprile 2020

Nuova vita per il chiostro di San Paolo come “casa delle imprese”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Sono giorni di grande fermento all’ex monastero di San Paolo, oggetto di un cantiere post sisma e di una riqualificazione funzionale del complesso che si affaccia sulla centralissima piazzetta Schiatti, a partire dal nuovo ingresso su via Boccaleone. Dopo l’inaugurazione ufficiale del primo chiostro, tra i pannelli della mostra fotografica “Sulla soglia”, è tempo del trasloco degli uffici comunali e dell’avvio dei lavori del secondo lotto, quello su via Capo delle Volte.

La prossima settimana inizierà il trasferimento del Servizio Commercio, Attività Produttive e Sviluppo Economico che al posto delle ex cellette dei monaci posiziona pannelli trasparenti e rimovibili, per “un’amministrazione trasparente di nome e di fatto” scherza l’assessore alle Attività Produttive Angela Travagli, in tour nei suoi nuovi uffici “riorganizzati per il benessere del personale”.

Il primo piano – tra pareti cristalline, tratti di affreschi e muratura a vista – è quindi destinato a diventare il “punto di riferimento degli imprenditori“: a sinistra ci sono gli uffici per l'”utenza produttiva”, a destra trova sede il Suap, uno sportello unico da vedere come “l’Urp potenziato per le imprese”. Manca ancora la cartellonistica, ma il percorso è ad anello quindi è difficile perdersi.

Il servizio dovrebbe rimanere comunque operativo – si sfrutterà la chiusura del mercoledì e giovedì per lo spostamento dei computer – e, al termine del trasloco, cominceranno le opere strutturali e impiantistiche sull’ala di via Capo delle Volte, che dovrebbero concludersi entro aprile 2020.

“Uno dei buchi neri della città viene riaperto alla funzione pubblica e legata ai servizi del Comune grazie ai lavori avviati in precedenza” constata l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Maggi che in “questo chiostro del 1500, di una bellezza unica” sogna una “serie di attività come mostre e altri eventi”.

Una nuova vita per l’ex convento, ex prigione, ex caserma dei vigili urbani ed ex sede delle associazioni che oggi torna alla “nobiltà ed eleganza che merita” commenta la dirigente del servizio Beni monumentali Natascia Frasson, illustrando i lavori insieme all’architetto Paolo Arveda e all’ingegnere Edi Massarenti che hanno seguito il cantiere di Costruzioni Orizzonte e Mei Tecnologie.

Ci sono voluti 2,3 milioni – di cui 1,9 finanziati con fondi comunali e i restanti da contributi regionali – per trasformare un “luogo profondamente ferito, buio, chiuso in se stesso” in un “ambiente sicuro e aperto verso la città”, con “accorgimenti mimetici di miglioramento sismico, impianti autonomi e sostenibili con l’illuminazione artificiale che si autolivella per consumi ridotti, e nuovi percorsi con il ripristino dell’accesso in via Boccaleone e il recupero dell’ingresso principale abbandonato che permette il collegamento al primo piano e fra i due chiostri”. Il tutto “rispettando il contesto di pregio” che purtroppo non sarà visitabile dai turisti.

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