“Emilia, quel paese in rivolta per 35 migranti che non si fida più nemmeno della Lega”. Il reportage di Repubblica su quanto avvenuto in queste ultime settimane a Ravalle non va giù al sindaco Alan Fabbri che assicura che “la vicenda è già chiusa da giorni” e accusa il quotidiano di essere “disinformato e fazioso” e di tentare di “creare casi dove non esistono”.
In realtà il caso c’è stato e ci sono voluti diverse mobilitazioni, incontri e prese di posizione per farlo finire in una bolla di sapone. “Non solo la proprietaria dell’immobile in cui i richiedenti asilo dovevano essere sistemati ha posto il veto sulla vendita e dunque sull’utilizzo della struttura – ricostruisce il primo cittadino -, ma la stessa cooperativa assegnataria del bando, a quanto risulta, ha rinunciato alla collocazione nella frazione”.
Storia finita dunque ma c’è di più: “A contrario di quanto la propaganda politica in chiave anti Lega vuole fare credere – incalza Fabbri – tutta la questione dell’ipotetico arrivo dei richiedenti asilo nella frazione è stata seguita da vicino, da me personalmente in qualità di primo cittadino, con modalità ben diverse da quelle con cui sono solite agire le amministrazioni a guida Pd”.
“Oltre ad esserci dichiarati, da subito, fermamente contrari all’arrivo nella frazione – rimarca il sindaco -, abbiamo incontrato e dialogato più volte con i residenti, con la proprietaria dell’immobile e con tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Prefettura alla quale fin da subito abbiamo esternato la nostra contrarietà alla soluzione individuata dalla cooperativa”.
A onor del vero, non risulta la presenza degli amministratori nelle assemblee pubbliche organizzate in strada e la stessa proprietaria dell’immobile ‘sospettato’ per l’accoglienza ha attaccato la Lega per aver “architetto la vicenda con astuzia e squallida strategia per strumentalizzazione politica“.
Di tutt’altro avviso il sindaco Fabbri: “La prefettura agisce attraverso una assegnazione diretta dei bandi senza alcuna mediazione del Comune di Ferrara che si trova a dover gestire un problema creato dalle scellerate politiche dei governi passati targati Pd in materia di immigrazione. I richiedenti asilo oggetto dello spostamento sono in provincia di Ferrara da prima che il Ministero dell’Interno guidato dal ministro Salvini chiudesse i porti e limitasse gli sbarchi. A parte la giusta preoccupazione dei residenti è perciò evidente che si tratta di un caso montato ad arte in un momento in cui il Pd non sa più a che cosa aggrapparsi per rimanere a galla”.
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