È piccolo, quasi inosservabile, l’ormai istintivo ma profondamente ignobile gesto. È l’atto di buttare la cicca di sigaretta per terra, per strada, in un parco, in spiaggia, in riva a un fiume, mentre si entra in mare.
La cicca la buttano dappertutto fuorché nell’apposito portacenere che esisteva una volta, che addirittura si regalava con la griffe dell’azienda o dell’hotel, nel quale perfino si rubava. Immaginino i più grandi – perché i giovani manco sanno che cosa sia – i portaceneri pieni di cicche dopo una tavolata al ristorante (quando ancora si fumava) che fosse svuotata davanti alla porta del ristorante dal solerte cameriere dopo aver sparecchiato!! Bleah, che schifo!
Beh oggi non ha bisogno di farlo perché lo fanno in autonomia i fumatori che vanno fuori per la salutare pausa fumo. Con un cicchetto tra indice e pollice, voilà, la cicca vola nei dintorni e magari finisce nella griglia della fogna, quando non ce la vanno a mettere i solerti, per occultarla alla vista. Nella fogna ci vanno anche quelle dei fumatori che, consoni alla prescrizione che il fumo passivo fa male, escono di casa a fumare o lo fanno a finestra aperta e poi lanciano la cicca a terra.
Certo credo che nelle case dei fumatori non ci sia il pavimento cosparso di cicche, ma per strada sì, davanti alle scuole sì, docenti e studenti che in fretta e furia lanciano il mozzicone e poi entrano a fare il loro dovere! Davanti a bar e ristoranti abbiamo già detto, non fosse per la pulizia che i gestori sono costretti a fare.
Meravigliosi sono anche coloro che passeggiano con il cane in mezzo alla natura e accompagnano la salutare camminata con una bella fumata che lascia inevitabilmente la scia di mozziconi. Ora se le case, i locali pubblici si sono liberate –giustamente – dal fumo, le strade e i parchi sono diventate un enorme portacenere pubblico, sgradevole e puzzolente, come ogni portacenere. E le cicche che contiene da qualche parte vanno pure a finire.
Proviamo a seguire la cicca che finisce in strada. Se si infiltra nei ciottoli, per esempio del centro storico, può rimanerci dai 10 ai 15 anni, prima di degradarsi, altrimenti se finisce in fogna, si sfalda in acqua, in un tempo che va da sei mesi a 12 anni, nelle componenti di: acetato di cellulosa, colla, carta e … concentrato di metalli pesanti che sono il residuo dell’effetto filtro. Se no, perché cavolo ce lo mettono il filtro nella sigaretta? Se non per tentare di proteggere in parte i polmoni! Sono state trovate fino a 4000 sostanze chimiche pericolose nei filtri di sigaretta, tra cui sostanze cancerogene, non a caso sul pacchetto c’è scritto: il fumo uccide!
Insomma quel piccolo gesto ignobile di gettare la cicca per strada, in Italia è stato valutato come un pacchetto da 13.000 tonnellate di rifiuti che ogni anno si trovano sparse nel nostro ambiente per finire, come è ovvio che sia, nelle bocche di uccelli e pesci, che poi ci mangiamo, nel triturato di campi sui quali coltiviamo e che poi ci mangiamo, nell’acqua dei fiumi e delle falde, che poi ci beviamo.
Ma voi fumatori, dopo aver fatto la vostra rilassante fumata, la cicca ve la mangereste?
Bene allora pensateci prima di gettarla a terra, in fondo basta portarsi dietro un piccolo prezioso portacenere insieme all’accendino!
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