Attualità
3 Novembre 2019
Dopo l'inaugurazione dello scorso dicembre, il tempio è tornato all'attività liturgica. Parla il vescovo Perego: "La Certosa è come una madre che consola i propri figli"

Post-sisma, San Cristoforo è stato restituito ai ferraresi

di Redazione | 3 min

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Al termine dei vari interventi di riparazione e miglioramento strutturale post sisma 2012 e di manutenzione specialistica e conservativa del patrimonio artistico, dopo l’inaugurazione dello scorso dicembre, il tempio di San Cristoforo alla Certosa è nuovamente tornato a splendere di luce propria.

In occasione della messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre infatti, nella mattinata di sabato 2 novembre, alla presenza delle massime cariche istituzionali cittadine e dei rappresentanti delle forze armate, la storica chiesa è stata ufficialmente restituita all’attività liturgica per la gioia dei fedeli, che hanno potuto riabbracciare così la struttura in tutta la sua grandezza architettonica, artistica e religiosa.

“Essere qui oggi – ha affermato il sindaco Alan Fabbri, protagonista di un breve excursus in cui ha voluto illustrare tutti i lavori svolti – è un piacere, un onore e soprattutto una grande emozione perché, dopo la chiusura dovuta al terremoto, restituiamo alla popolazione uno dei suoi principali edifici storici e di culto. Per poter rendere nuovamente agibile questa struttura è servito muoversi d’equipe, con una mole di lavoro pari a 1 milione e 250mila euro per la messa in sicurezza e il recupero della Certosa e di altri luoghi”.

Poi, facendo riferimento a un’agenda dei lavori abbastanza ricco di impegni, il primo cittadino estense ha concluso: “Abbiamo ancora diversi interventi davvero importanti da portare avanti, tra patrimonio monumentale e quello museale. Lo riteniamo giusto e doveroso. Sto anche  aspettando il riavvio delle operazioni per la sistemazione del Duomo, tant’è che nei giorni scorsi ho avuto un incontro con monsignor Perego per il da farsi”.

Proprio lo stesso vescovo della diocesi di Ferrara e Comacchio ha successivamente sottolineato l’importanza di restituire un luogo di culto così importante alla città e ai cittadini, durante l’omelia: “Oggi ritroviamo uno dei luoghi più famigliari a tutti i ferraresi, non solo per la sua bellezza artistica e monumentale, ma anche perché conserva le sepolture dei loro cari ed è nel cuore della città da mezzo millennio. In questi anni, la Certosa ci è stata vicina come madre che consola i propri figli, ricordandoci sia la croce che la morte di Gesù Cristo”.

“In tutto il suo splendore – ha continuato Perego – è anche il simbolo della casa del Padre, facendoci tenere bene a mente come i nostri nomi siano scritti nei cieli. Nel giorno in cui viviamo la gioia della riapertura, chiediamo al Signore di far crescere sempre la nostra fede unita e di portare la pace. San Cristoforo ci deve accompagnare lungo il cammino della nostra vita, tra i vari ostacoli che si incontreranno nella città terrena per farci approdare verso quella eterna”.

Al termine della funzione religiosa poi, dopo aver recitato la preghiera della patria e aver osservato il silenzio, annunciato dagli squilli solenni di tromba, la cerimonia è proseguita con la tradizionale deposizione, con tanto di onori militari, delle corone d’alloro – benedette dallo stesso Vescovo durante la messa – al Famedio dei caduti in guerra e al Sacello dei caduti per la libertà.

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