Ormai da giovedi scorso proseguono in Libano, paese dei Cedri, le manifestazioni di protesta popolare, la gente partecipa pacificamente e gioisamente, passando le notte in piazza, cantano e ballano, la maggior parte sono dei giovani disoccupati e studenti.
Sono manifestazioni contro il potere politico, e in particolar modo contro la corruzione che ha indebitato il Libano nella misura di cento miliardi di dollari, espongono solo le bandiere libanesi che sventolono in mezzo ai manifestanti.
Il governo aveva deciso di inserire nell’ultima finanziaria alcune tasse antipopolari, sul pane, sulla benzina e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di applicare una tassa sul whatsapp in misura di 20 centesimi al giorno per 6 dollari al mese, dietro questa tassa si è rivelata una operazione di tangenti tra alcuni ministri e un gestore di telefonia mobile.
I manifestanti sono scollegati dei partiti e non si riconoscono più in questa classe politica sia quella al governo che all’opposizione, rifiutano qualsiasi strumentalizzazione partitica.
Di fronte a questa situazione il primo ministro Saad Hariri aveva annunciato, giorni fa, di comunicare entro 72 ore, scaderanno domani in giornata, una piatta forma di riforme. La “Piazza” ha già fatto sapere che non è disponibile a rinunciare alle sue richieste:
1 Le dimissioni del Presidente della Repubblica
2 Le dimissioni del governo
3 Scioglimento del Parlamento
4 Togliere il segreto bancario e restituire i fondi saccheggiati al tesoro statale
5 Abolire il sistema politico confessionale
6 Elezione dei deputati, ministri e presidenti in base alle competenze e non per rappresentanza confessionale
7 Annullamento della pensione e vitalizio dei deputati, ministri e presidenti
Esprimo la mia solidarietà ai miei connazionali, augurando che la loro pacifica rivolta porti alla soluzione dei problemi, contro la fame, la poverta, la disoccupazione e la corruzione.
Kiwan Kiwan