Lettere al Direttore
10 Ottobre 2019

(Non) vita da alberi

di Redazione | 3 min

Prima e dopo sulla sponda del Po di Volano

Centinaia di alberi sani, rigogliosi, nel pieno della loro vita vegetativa sono stati distrutti nella nostra Provincia in pochi mesi, sia per gli interventi di Anas che dei Comuni.

Tralasciando Anas, ci soffermiamo sulle distruzioni operate dai Comuni.

1- Lidi Ferraresi: alcune piante adulte sono state abbattute per costruire una nuova ciclabile, ma chi la percorrerà in estate sotto il sole cocente?

Molti altri pini verranno sacrificati per appianare le strade e la devastazione per ora interrotta, riprenderà a breve.

2- Mesola: la sorte delle alberature della bellissima via Belmonte è appesa a un filo, poiché le radici creano dossi e aumentano l’incidentalità della strada. Se non si trovano fondi ingenti in Regione gli splendidi pini saranno abbattuti perché richiedono troppa manutenzione.

Ma è davvero impossibile conciliare le esigenze degli alberi con quelle degli uomini?

Gli esperti affermano che le soluzioni esistono, ma a costi superiori.

Nell’immediato è più economico abbattere le piante, ma che succederà nel futuro? Cosa diventeranno i nostri Lidi spogliati degli alberi, tra zanzare, caldo afoso e pochissimo verde?

3- Ferrara: Parco Bassani, a fine agosto sono state abbattute numerose piante per far spazio al parcheggio e alla nuova piscina; è previsto anche un ampio solarium con una distesa di ombrelloni. Ma non sarebbe stato preferibile salvare parte di quel verde naturale per fornire l’ombra, come avveniva prima?

4- Ostellato: 20 settembre rasi al suolo 4 km. di sponda del Canale.

5- Po di Volano: a inizio Ottobre chilometri di sponde sono state private della vegetazione, una devastazione.

Questi interventi non avvengono solo in fase di emergenza, ormai l’abbattimento è diventato una procedura ordinaria nella manutenzione delle opere pubbliche, il modus operandi per ogni nuovo progetto. Eppure è la stessa Regione Emilia Romagna, nelle sue linee guida per la riqualificazione ambientale dei canali di bonifica, a dichiarare che tra le cause di dissesto idrogeologico vi è “ la mancanza di vegetazione ripariale a protezione della sponda dall’erosione “. Ma non sembra dello stesso avviso il referente del Servizio Area Reno e Po di Volano, il quale afferma che le radici mettono a repentaglio la tenuta degli argini.

C’è poi da considerare il rischio desertificazione che interessa dal 30% al 50% della la nostra Regione; il Cnr  sostiene la necessità di riforestare il territorio per combattere desertificazione e dissesto idrogeologico.

La nostra Provincia dispone di un autentico patrimonio di fiumi e canali che all’estero verrebbero adeguatamente valorizzati: infatti in tutta Europa, lungo i corsi d’acqua si snodano ciclabili alberate e ippovie. Potremmo realizzare analoghi progetti senza grossi investimenti, invece i nostri amministratori preferiscono distruggere il patrimonio verde, senza alcuna visione del futuro.

6- Ferrara: stanno per iniziare i lavori per la metropolitana di superficie, attesa da anni, che prevede l’abbattimento di numerose piante.

La metro è sicuramente indispensabile, considerata la distanza dell’ospedale, ma dovremmo cercare di compensare queste perdite.

Chiediamo pertanto di creare un grande bosco nella zona sud della città a più alto rischio di antropizzazione, in modo da compensare le continue perdite di alberi.

Comitato “La voce degli alberi”

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