Matteo Renzi durante la sua visita a Ferrara del 2 marzo
Matteo Renzi sta ‘ragionando’ sulla possibilità di presentare una lista che supporti la candidatura di Stefano Bonaccini alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna programmate per il 26 gennaio 2020. A rivelarlo è proprio il leader di Italia Viva – Renzi è recentemente uscito dalle fila del Partito Democratico, ndr – nel corso di un’intervista con Lucia Annunziata ad ‘In mezz’ora in più’ su Rai3 andata in onda domenica pomeriggio.
“Presenterà liste proprie?”, è la domanda della conduttrice alla quale Renzi risponde che “noi pensavamo di no, molti ce lo stanno chiedendo, discuteremo e decideremo insieme, certo è che in Emilia Romagna il mio amico fraterno Stefano Bonaccini si merita tutto il supporto possibile, vediamo se attraverso le liste”.
In questo scenario quindi i fedelissimi renziani che hanno annunciato la loro uscita dal Pd per seguire Renzi nel suo nuovo progetto politico avrebbero una nuova casa per le candidature nella coalizione che supporta l’attuale presidente di Regione in corsa per il secondo mandato.
Bonaccini, che nel frattempo sta anche lavorando a una lista civica ‘del presidente’, ovvero contenitore di candidature afferenti alla società civile e quindi di simpatizzanti, attivisti e imprenditori centristi o di sinistra moderata sui cui nomi ha l’ultima parola volendo capitalizzare sulle relazioni instaurate in questi cinque anni, dovrà affrontare una dura battaglia in campagna elettorale: i sondaggi lo danni in vantaggio, ma lo scarto con il centrodestra – la cui candidata sembra quasi certamente essere la leghista Lucia Borgonzoni – è molto basso e molto dipenderà anche dalle dinamiche che si innescheranno a seguito dei risultati del voto in Umbria.
Lo stesso presidente di Regione tra l’altro aveva aperto a Renzi appena due settimane fa: “Non ho alcun dubbio che in Emilia-Romagna Renzi e coloro che lo seguiranno mi e ci daranno una mano”, diceva, e la collocazione a suo supporto del partito renziano è naturale. Più in salita invece, a causa della sua ricandidatura per un secondo mandato da esponente del Pd è la possibile replica in salsa emiliana del patto umbro da il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle: se lì l’accordo è stato trovato sul nome di una figura terza, in Emilia la riuscita o meno del sodalizio è ancora da scrivere.
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