Attualità
1 Ottobre 2019
Dalla diocesi l'invito a “potenziare le risorse per la terapia del dolore e le cure palliative le uniche in grado di restituire dignità a quelle vite ferite”

Fine vita. Il vescovo Perego: “Parlamento legiferi, ma no a forme di abbandono alla morte”

di Redazione | 2 min

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“Il Parlamento arrivi a legiferare sulla situazione di chi è alla fine della vita, per rafforzare prossimità e cura, tenendo conto delle reali ed oggettive condizioni di irreversibilità dello stato di salute o di grave sofferenza psico-fisica del paziente evitando forme di accanimento terapeutico contrarie alla dignità della persona”. È la richiesta che viene dal vescovo di Ferrara-Comacchio Gian Carlo Perego e dalla diocesi estense a proposito della recente sentenza della Corte Costituzionale sul caso del suicidio assistito di Dj Fabo (e per il quale il radicale Marco Cappato, che lo accompagnò in Svizzera, è a processo).

“La vita deve essere difesa sempre dal suo concepimento fin quando la malattia se ne impossessa e la deforma – premette la nota inviata dalla diocesi  a conclusione dell’incontro tenuto a Codigoro con presbiteri e laici rappresentanti delle 149 parrocchie e associazioni cattoliche ferraresi,  che prosegue osservando come “è altresì doveroso assistere il paziente con terapia antalgica e cure palliative nel momento della sua conclusione naturale, dovunque e sempre per accompagnarlo al fine vita quando il dolore diventa insopportabile e le cure inutili”.

Per questo l’invito rivolto ai “parlamentari eletti nei collegi ferraresi” e quello “a farsi interpreti nelle Aule Parlamentari del valore della dignità della persona umana, del rispetto e della cura della vita malata e morente, forti di esperienze che sul nostro territorio, nelle case e negli Ospedali, nei luoghi parrocchiali e associativi, ricordano che la vita delle persone non cessa mai di essere un dono e di avere una dignità, che è alla base della stessa Carta Costituzionale (art. 32, comma 2), garante del bene comune del nostro Paese”.

“Dai nostri servizi di prossimità e di cura sale un forte richiamo alla coscienza contro ogni forma di aiuto o di abbandono alla morte delle persone, in terra e in mare – ammonisce la diocesi ferrarese – e un impegno ancora più deciso e quotidiano, condiviso anche con i non credenti, con i fratelli delle altre chiese e delle altre religioni presenti nel nostro territorio, nel rispetto, nella difesa e nella cura della vita malata e sofferente, a potenziare le risorse per la terapia del dolore e le cure palliative, le uniche in grado di restituire dignità a quelle vite ferite”.

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