Economia e Lavoro
26 Settembre 2019
L'assessore regionale Caselli: "Il Piano nazionale contiene tutte le nostre richieste". Indennizzi da inserire in Finanziaria

Cimice asiatica, oltre 250 milioni di danni per le pere e le pesche dell’Emilia-Romagna. Vertice a Roma

di Redazione | 4 min

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Le semine di mais, sorgo e soia sono alle porte e gli agricoltori stanno aspettando per capire se le modifiche alla Pac – il sistema di contributi europei che sostengono la produzione agricola - proposte dalla Commissione Europea diventeranno effettive in tempo, “liberandoli” da alcuni vincoli come il 4% di superficie da lasciare incolta e la rotazione colturale

“Abbiamo un piano nazionale contro la cimice asiatica, che contiene le nostre richieste e che sarà approvato in via definitiva il 10 ottobre. E sui danni, davvero ingenti per gli agricoltori, è stato individuato il percorso normativo da seguire (dlgs 102/04) per i fondi da destinare agli indennizzi che dovranno essere inseriti in misura congrua nella prossima legge Finanziaria. Inoltre, il problema verrà portato in sede comunitaria nel Consiglio dei ministri europeo previsto per il 14 ottobre”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, al termine dell’incontro fra gli assessori regionali del Nord Italia e la ministra Teresa Bellanova, oggi al dicastero a Roma, dedicato all’emergenza cimice asiatica.

Nella sola Emilia-Romagna si contano danni per oltre 120 milioni di euro tra perdita di produzione e minor qualità delle pere, che superano i 200 milioni se si considera anche la fase post raccolta (logistica, manodopera, imballaggi, costi commerciali, ammortamenti, e costi fissi). E vanno oltre i 267 milioni in tutte le regioni del Nord Italia. Danni che sfiorano i 50 milioni di euro per il comparto pesche e nettarine, sempre sommando produzione e post raccolto (circa 89 milioni di euro nelle regioni del Nord Italia).

La cimice asiatica presenta dunque il conto dell’annata 2019, complice anche un meteo che ha risentito particolarmente del cambiamento climatico in atto, ed è un conto salato che rischia di mettere in ginocchio l’intero settore dell’ortofrutta con ripercussioni pesanti anche sull’occupazione.

“La notizia buona è che abbiamo un piano nazionale contro la cimice asiatica- spiega Caselli dopo il vertice nella Capitale- che contiene le nostre richieste e sarà approvato in via definitiva il 10 ottobre. Quindi avanti col sostegno alla ricerca del Crea e delle regioni, introduzione dell’antagonista naturale e attivazione degli indennizzi agli agricoltori (legge 102), consapevoli, vista l’entità economica dei danni, che i finanziamenti andranno trovati in seno alla prossima legge Finanziaria e noi vigileremo perché sia garantita la necessaria e congrua copertura al provvedimento. L’altra cosa importante è che il tema è stato ritenuto di rilevanza nazionale, visto che tutte le Regioni italiane hanno sottoscritto il documento delle Regioni del Nord, e che sarà anche portato dalla Ministra Bellanova in sede Ue il 14 ottobre prossimo. Siamo tutti consapevoli dell’assoluta urgenza di azioni concrete, per evitare che gli agricoltori decidano di espiantare: un disastro economico-sociale cui si aggiungerebbe un disastro ambientale”.

“Inoltre, per quanto riguarda la nuova Politica agricola comune- prosegue Caselli– siamo ancora in fase di discussione ma abbiamo avuto forti rassicurazioni dalla ministra Bellanova sull’impegno a battersi perché si evitino i tagli ipotizzati, mantenendo quindi il budget attuale, e per la difesa dell’agricoltura mediterranea con un ruolo forte delle Regioni. E proprio a questo proposito abbiamo consegnato il documento sulla Pac, condiviso unanimemente dalle regioni italiane, che – nei suoi 28 punti – rimarca l’importanza dei territori e delle loro specificità per far andare di pari passo sostenibilità economica, sociale e ambientale”.

“Infine, abbiamo trovato ampia convergenza anche sulla questione dei dazi americani minacciati dal presidente Trump- chiude Caselli-. Sosterremo perciò tutte le iniziative che la ministra vorrà intraprendere nelle sedi europee per cercare, attraverso uno sforzo negoziale, di scongiurare questa terribile e ingiusta decisione”.

“Valutiamo positivamente la riunione di oggi sull’emergenza cimice asiatica – commenta Vernocchi, coordinatore Settore Ortofrutticolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari -, perché finalmente è emersa in tutta la sua gravità la dimensione del fenomeno e ci si è potuti rendere conto, dati alla mano, degli enormi danni creati alle colture, che ammontano, secondo le stime elaborate dal CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli, a oltre 350 milioni di euro solo per pere, pesche e nettarine e a 486.000 giornate di lavoro andate in fumo, compreso anche l’indotto”.

“Speriamo adesso che si apra uno spiraglio – prosegue Vernocchi – , perché molte aziende ortofrutticole sono a rischio chiusura e probabilmente non riusciranno a continuare la loro attività. A nostro avviso, è opportuno operare su tre fronti: individuare misure di sostegno immediato alle aziende con piani straordinari; far sì che le aziende dispongano di strumenti efficaci per la difesa già a partire dalla prossima campagna; avviare collaborazioni con la ricerca per individuare percorsi sostenibili nel rispetto dell’ambiente”.

“L’accoglimento da parte del Ministero delle richieste fatte dall’Emilia-Romagna è un segnale chiaro di attenzione per il mondo agricolo”. Così il consigliere regionale Paolo Calvano. “Attivare in tempi rapidi indennizzi economici nei confronti degli agricoltori è fondamentale per garantire a molti di loro la sostenibilità economica delle loro aziende. – dice Calvano – è altrettanto importante la ricerca di soluzioni tecniche per debellare la cimice asiatica, ciò è indispensabile affinché gli agricoltori non siano costretti ad abbandonare la coltura frutticola”.

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