Economia e Lavoro
24 Settembre 2019
Il presidente provinciale Calderoni: “Sarebbe ulteriore aumento dei costi di produzione per le aziende e il settore non se lo può permettere”

La Cia si oppone all’aumento delle accise sul gasolio agricolo

di Redazione | 3 min

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Stefano Calderoni

“Togliere le agevolazioni e aumentare le accise per l’acquisto del gasolio a uso agricolo vorrebbe dire un ulteriore aumento dei costi di produzione per le aziende. E il settore non se lo può davvero permettere, visto che già così i prezzi pagati all’origine non coprono le spese sostenute per produrre e le aziende hanno i redditi sostanzialmente azzerati”. Lo afferma Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara, che esprime così la ferma opposizione dell’associazione all’ipotesi contenuta nel Decreto Legge sul clima, ventilata nei giorni scorsi dal ministro dell’Ambiente Costa, d’imporre una tassazione sui carburanti agricoli per disincentivarne l’uso. Solo una proposta, al momento, ma che mette in allarme il mondo agricolo, già fortemente in crisi per problemi fitosanitari e di mercato.

“Aumentare le tasse sui carburanti agricoli sarebbe un vero paradosso – continua Calderoni – per due motivi che chi conosce il settore agricolo dovrebbe sapere alla perfezione. Innanzitutto i prezzi di mercato pagati per i prodotti consentono a malapena, quando va bene, di ottenere un reddito e quindi mi chiedo come potrebbero le aziende rinnovare, in massa, il parco macchine aziendale, sostituendo i mezzi datati con quelli a minori emissioni. Inoltre non ci sono in commercio molti mezzi ecologici per le lavorazioni agricole più comuni o sono ancora dei prototipi, come i trattori a biometano. Dunque più che di un paradosso si tratta di un’utopia. Il paradosso numero due è quello di chiedere alle aziende di immettere sul mercato prodotti a residuo zero, coltivando praticamente senza l’utilizzo della chimica – peraltro vietando l’uso di molecole efficaci contro patologie fitosanitarie aggressive – e di salvaguardare, al contempo, l’ambiente. Tutto molto bello. Ma coltivare grandi estensioni in questo modo vuol dire un utilizzo maggiore dei mezzi meccanici e dunque di gasolio, perché se non si utilizza la chimica qualcosa le aziende devono pur fare, ad esempio, per diserbare. Quindi, in sostanza, si chiedono prodotti sostenibili o biologici per il bene dei consumatori, ma per produrli si utilizza più gasolio a discapito degli operatori e dell’ambiente. È sostenibilità, questa?”.

L’associazione auspica che ci sarà un passo indietro sul provvedimento e si cercheranno soluzioni condivise con i produttori agricoli e con le filiere, per consentire al settore di non essere schiacciato da ulteriori accise, anche se progressive.

“Voglio precisare – conclude Calderoni – che noi siamo i primi a voler salvaguardare il territorio, l’aria che respiriamo, la nostra salute e quella dei nostri figli. Ma non è aumentando le tasse sui carburanti che si disincentiverà l’uso dei mezzi agricoli e tantomeno si risolveranno i problemi delle emissioni. La tutela ambientale va fatta bene seguendo un piano organico, nel quale le aziende agricole possono svolgere un ruolo essenziale di salvaguardia, magari sostenute da forti incentivi per l’acquisto di mezzi più ecologici. Ma è chiaro che gli agricoltori devono poter continuare a lavorare e produrre, non possono diventare il capro espiatorio e pagare, letteralmente, per tutti”.

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