Lettere al Direttore
19 Settembre 2019

Non trascuriamo le statue nei giardini

di Redazione | 3 min

«Il clima cambia ma c’è chi nega l’evidenza» titola sul mensile dei consumatori COOP un articolo del prof. Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, deplorante la “frangia di irriducibili, in massima parte rappresentativi di discipline scientifiche che non hanno a che fare con la climatologia, che ha suscitato la reazione dei ricercatori del settore clima, meteorologia e scienze del sistema terrestre, i quali in oltre 300 hanno firmato la petizione a favore di rapide ed incisive misure di contenimento del riscaldamento globale”.

Poi aggiunge: “Sembra puerile che si debba affrontare la più grande minaccia per il nostro futuro a colpi di petizioni. Ma stranamente non aggiunge nulla sulla puerilità del contenuto stesso della petizione, visto che le “misure di contenimento del riscaldamento della biosfera” non le hanno ancora inventate, e non si trovano neanche nel Manuale delle Giovani Marmotte.

Ipotizzano forse, i 300 ricercatori, che vengano realizzati scambiatori di calore ‘atmosfera terrestre-faccia nascosta della Luna’? O suggeriscono di far inclinare un po’ di più l’asse terrestre? O controllare le macchie solari? O intendono fermare geologiche fuoriuscite di magma in 60.000 km di dorsali oceaniche che, oltre a spostare i continenti, riscaldano gli oceani modificando la Corrente del Golfo, El Niño, La Niña e, come se non bastasse, rilasciando pure quantità colossali di CO2?

Dai! Ammettiamo di trovarci in un vicolo cieco, condizione ormai abituale, per di più connotata dal fatale numero 300 tipico delle confraternite italiche: non erano forse 300 i giovani e forti del Pisacane? E pure i paladini del Modonesi sindaco! E così sono circa 300 i solidali col Rettore Zauli nel tener nascoste le conclusioni della Commissione Etica sulla sua creatività nei testi scientifici.

Ora, dato che al momento l’Etica è defunta e Poteri Forti, Banche Centrali e Borse ritengono l’Epistemologia utile solo agli etilisti, per capire che il clima economico è cambiato e non si può negarne l’evidenza basta un pizzico di pragmatismo. Col quale arguire che per chi, a dispetto di tutto, giustifica l’abolizione del numero chiuso a Medicina senza voler abolire anche il numero chiuso di aule, cattedre, professori, assistenti, ricercatori, posti letto e reparti ospedalieri, tale attitudine deve far parte del suo patrimonio genetico. Con soddisfazione di chi confida nell’Università quale stabile datore di lavoro assegnante incarichi di ricerca creativa (lo studio dell’impatto ecologico della caduta di forfora, per esempio). Perciò chi ha raccolto solo 300 firme pro Zauli deve essere un lavativo: avesse lasciato il foglio all’ufficio di collocamento ne avrebbe raccolte in poche ore almeno 3.000.

Consiglierei pertanto al dott. Daniele Oppo di mostrarsi più ragionevole: ritiri la sua proterva “istanza di revisione avverso il diniego totale all’accesso civico generalizzato agli atti dell’Università di Ferrara”, che ci sono argomenti molto più meritevoli dell’attenzione dei media.

La profusione di offerte Amazon di statue da arredo giardino riproducenti Biancaneve e i Sette Nani ha contribuito moltissimo al miglioramento artistico dei giardini e parchi italiani, surclassando anche i cimiteri monumentali ornati di fiori di plastica. Ma spicca ancora la completa assenza di statuette di gesso riproducenti Greta, la simpatica icona ambientalista contesa da capi di Stato e assemblee ONU (con presumibile piacere dei genitori sollevati un po’ dalle quotidiane ‘fisse’ di una figlia Asperger). Ecco: sta qui il primo indizio del disinteresse collettivo per la salute dell’ambiente!

Più Grete e meno Crocifissi nelle aule scolastiche! Questo dovrebbe essere il motto odierno suggerito dalla stampa, per non far imbestialire maestri di scuola elementare culturalmente affini ad un famoso maestro romagnolo, immigrati islamici, atei, e Vescovi infastiditi da delibere d’acquisto Crocifissi prive d’imprimatur. Così la temperatura della biosfera smetterebbe d’innalzarsi.

Paolo Giardini

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