Economia e Lavoro
19 Settembre 2019
Mercoledì mattina la manifestazione organizzata dal coordinamento Agrinsieme per sensibilizzare sui gravi problemi del settore. Calderoni: “Senza di noi non c'è futuro”

Cimice asiatica, prezzi bassi e annata nera. Agricoltori in piazza: “Vogliamo risposte”

di Redazione | 4 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

“L’agricoltura produce cibo, lavoro, futuro”. “Gli agricoltori di Ferrara pretendono risposte”. Sono alcuni degli slogan lanciati durante la manifestazione organizzata dal coordinamento Agrinsieme che mercoledì mattina ha visto circa duecento agricoltori, e con loro molti sindaci del territorio, sfilare per le vie del centro per chiedere ascolto sui gravi problemi che il settore sta affrontando: dai danni causati dal clima che cambia a quelli della cimice asiatica, fino ai prezzi bassissimi che riducono le capacità di sopravvivenza delle imprese.

Il corteo, partito da piazzale Kennedy, si è fermato in piazza Savonarola per un comizio dei rappresentanti del coordinamento, chiuso poi davanti alla prefettura da Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia e coordinatore di Agrinsieme, la sigla che raggruppa Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative agroalimentari.

Tra le rivendicazioni spicca quelle di poter avere accesso agli agrofarmaci, alcuni vietati ultimamente o il cui uso è stato comunque fortemente ridotto.

“Il grido di protesta – dice chiaro Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, dalle fila del corteo ferrarese  – è solo l’epilogo di un’annata in cui tutto è andato storto, l’ultimo atto corale per denunciare l’entità della crisi ortofrutticola regionale che ha coinvolto più di 20 mila aziende, seppur con sostanziali differenze da zona a zona, e con esse l’aggregato agroindustriale, peraltro trascinandosi dietro forti ricadute sull’occupazione e sul sociale. Il danno da cimice è stimato in circa 200 milioni di euro. Poi la crisi dei prezzi – spiega la presidente regionale degli imprenditori agricoli che negli ultimi mesi non ha mai smesso di lanciare ‘Sos’ con richiesta di interventi urgenti – ha fatto il resto, riducendo all’osso il reddito d’impresa”.

Albano Bergami, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, chiede un’accelerazione su più fronti: “Dopo 7 anni dalle prime segnalazioni dell’insetto sul suolo nazionale, non è tollerabile che sussistano ancora intoppi legislativi, burocratici ed economici a limitare il lavoro della ricerca e della sperimentazione. Ora la gravità della situazione è tale da considerare la presenza del parassita endemica, con danni registrati diffusamente su diverse specie frutticole. Un flagello che mette in seria discussione la tenuta della filiera frutticola, con risultati socio-economici difficilmente prevedibili. Attendiamo provvedimenti che diano immediato ristoro alle aziende danneggiate, anche sgravi fiscali e previdenziali; la sospensione dei mutui, nonché la revisione e rifinanziamento della legge sulle calamità naturali”.

“Un messaggio che vogliamo dare è che non è finita qui, non finisce oggi – dice Stefano Calderoni nel suo brevissimo intervento di chiusura davanti a Palazzo Giulio d’Este. prima dell’incontro con la viceprefetto Pinuccia Niglio -. Finché non portiamo a casa dei risultati noi non finiremo di lottare. Un messaggio che vogliamo dare alla gente: quando vanno nei supermercati si ricordino di consumare italiano, perché le pere che stanno arrivando sono già pere spagnole, se ci tolgono il mercato, ci tolgono il futuro. Questa piazza dà un grande segnale a tutta la provincia di Ferrara: l’agricoltura è fondamentale, senza di noi non avrete futuro”.

“La viceprefetto ha naturalmente ascoltato con attenzione le nostre problematiche e ci ha assicurato che le trasferirà al nuovo Governo, sollecitando un intervento tempestivo – fa sapere, infine, una nota di Agrinsieme -. Tra i punti posti contenuti nel documento anche la richiesta di velocizzare l’iter per la diffusione dell’antagonista naturale, ovvero la vespa samurai; di tenere attive le molecole in scadenza e di stanziare risorse per risarcire i numerosissimi agricoltori danneggiati, andando a intervenire sulla normativa europea che vieta gli aiuti di stato per le calamità ‘non da quarantena’. Qualcosa, dunque, si sta certamente muovendo a livello istituzionale – continua Agrinsieme Ferrara – e pensiamo che l’azione congiunta in tutte le prefetture di un’intera Regione sia un segnale che a Roma non potranno ignorare. Proprio ieri, peraltro, è arrivato anche l’impegno di Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura – in visita ad alcune aziende ferraresi colpite dalla cimice asiatica – per sollecitare al Governo fondi da destinare immediatamente alle aziende agricole. Passi avanti importanti, ottenuti anche grazie all’impegno di tutto il mondo agricolo che non è certamente rimasto a guardare mentre le sue principali produzioni frutticole rischiano di scomparire”.

Anche il gruppo Risparmiatori Azzerati di Carife ha partecipato alla manifestazione in sostegno del mondo agricolo.

Non sono mancati poi la partecipazione e il sostegno del sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che ha ringraziato il coordinamento Agrinsieme Ferrara per l’iniziativa messa in campo e assicurato: “Non lasceremo soli davanti a questa battaglia comune – ha affermato il sindaco Fabbri – chi ogni giorno ci consente di mangiare sano e rappresenta uno dei settori economicamente più importanti del nostro territorio. Come già detto qualche giorno fa dopo l’incontro fatto con Coldiretti, mi sono impegnato a contattare la presidente della Provincia per attivare un tavolo dove si possano confrontare le proposte concrete da mettere in atto, sia sul fronte delle delimitazioni per i danni alle aziende, sia nei confronti del sistema bancario, sia per interventi di sostegno alle imprese attraverso risorse dedicati all’Agrifidi e a fare fronte nei confronti delle istituzioni cui spetta mettere in campo le soluzioni necessarie”.

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