Politica
17 Settembre 2019
Fabbri: "Agito con responsabilità". Modonesi: "Più che una rivoluzione è immobilismo". Entra il consigliere leghista Felisatti

Dai primi 100 giorni alle sfide per la Ferrara del futuro: è scontro

di Elisa Fornasini | 3 min

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Ritorno sui banchi non solo per gli studenti. Anche i consiglieri comunali sono tornati in municipio dopo la pausa estiva per discutere, tra le altre cose, le linee programmatiche del sindaco fino al 2024, ovvero “dodici sfide strategiche che guardano oltre, verso la Ferrara del 2040” per usare le parole di Alan Fabbri.

L’estate ha però portato con sé le dimissioni di Paolo Vezzani (Lega) sostituito all’unanimità da Fabio Felisatti, sempre del Carroccio, che si dice “onorato dell’incarico, consapevole della responsabilità che mi assumo”.

Il sindaco – che aveva già illustrato “le sfide della città sicura, vitale, delle nuove generazioni” nell’ultima seduta di luglio – ha aperto il consiglio con la premiazione di “tre campionesse ferraresi che si meritano questo riconoscimento” del Basket Academy di Mirabello: Giulia Natali, Silvia Nativi e Caterina Gilli.

Ad aprire le danze sulle linee fondamentali di mandato è Dario Maresca (Gente a Modo) che vede “il rischio della solidarietà selettiva, come il criterio di residenzialità storica per i servizi sociali” ma in generale lo definisce un “elenco di buone intenzioni, c’è del terreno per collaborare ma non con la destra becera dei primi tre mesi di governo”.

Sui primi 100 giorni si concentra anche il capogruppo Pd Aldo Modonesi che del “cambiamento radiale promesso in campagna elettorale” vede “100 giorni di grande immobilismo” in cui “avete stoppato delibere e progetti come il nuovo regolamento Ztl e i progetti per le biblioteche”, fatto “alcune memorabili ‘inversioni a U’ su Hera – ora le azioni le azioni non si vendono più e non si toccano le calotte” – e “avete fatto vostri iniziative e interventi già programmati come il mancato rinnovo della convenzione Asp per la gestione dei richiedenti asilo”.

Modonesi – “tra panchine, campo nomadi, computer e lim per lo staff del sindaco, crocifissi per le scuole, aumento del vostro stipendio” – invita l’amministrazione ad assumersi “la piena responsabilità delle cose che farete e non farete, senza dare la colpa alla precedente amministrazione” e  a “usare un linguaggio più consono alle istituzioni, quando si amministra non ci si può permettere la politica dei calci in culo“.

Paola Peruffo (FI) è praticamente l’unica voce della maggioranza – che chiede di “usare toni diversi e individuare i canali giusti per risolvere problemi prioritari come il deficit occupazionale e la violenza contro le donne” – in una sfilza di interventi dai banchi dell’opposizione.

A Simone Merli (Pd) “fa male finire sulla stampa nazionale per crocefissi, sgombero e panchine”, Roberta Fusari (Azione Civica) vuole spiegazioni sulla cancellazione del Meeting sul turismo, Cristina Corazzari chiede “uno spazio specifico per la scuola”, Ilaria Baraldi e Deanna Marescotti si dicono “preoccupate per le lacune sui diritti” e Tommaso Mantovani (M5S) ribadisce il suo “stato di osservatore partecipante”, ma chiedendo “più coraggio contro la multiutility sulle tariffe di acqua e rifiuti”.

Alla fine prendono la parola i leghisti Benito Zocca e Alcide Mosso che trova “appropriato tutelare la famiglia come pilastro della società e la scuola laica che trasmette i nostri valori e tradizioni”, i quali spianano la strada all’intervento conclusivo del sindaco.

“È stata una discussione stimolante ma vorrei tranquillizzare l’opposizione – replica Fabbri -: sul campo nomadi abbiamo agito responsabilmente per tutelare minori, anziani e disabili, non è facile ma proseguiamo con l’assegnazione delle famiglie sinti; spero che il Meeting del Turismo non sia stato annullato ma rinviato, sempre che il ministro Franceschini lo voglia ancora; e sono finito sulle cronache nazionali non solo per i crocifissi ma anche per quello che ho detto sull’omicidio Aldrovandi e aver presenziato al festival Arcigay, con la volontà di far rispettare tutti i diritti previsti dalla legge, anche in carcere dove abbiamo donato 4-5 condizionatori”.

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