Spal
14 Settembre 2019
Il presidente ritrova la verve dei tempi migliori. E Vagnati afferma: "Questa squadra non la cambierei con molte altre"

Spal, la grinta di Mattioli: “Voglio il ventesimo anno in A”

di Redazione | 3 min

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Dalla doppietta di Juan Ignacio Molina alla cordata dell’imprenditore Juan Martin Molinari. La nuova Spal, o meglio dire – per ora – l’Ars et Labor Ferrara riparte dall’Argentina, terra che richiama inevitabilmente Oscar Massei, e dalla bandiera Mirco Antenucci. La notizia della scelta operata dal sindaco Fabbri e dall’assessore Carità ha però diviso i tifosi sui social

Un tango per la nuova Spal. C’è l’argentino Juan Martin Molinari

La Ferrara del calcio volta pagina e riparte con un progetto ambizioso e dal respiro internazionale. La nuova Spal, che si chiamerà Ars et Labor Ferrara e parteciperà al campionato di Eccellenza, sarà guidata da una cordata argentina di investitori, capeggiata dall'imprenditore Juan Martin Molinari

Il presidente Mattioli (foto di Alessandro Castaldi)

di Davide Soattin

Nella giornata in cui i vertici della dirigenza spallina hanno cercato di tracciare un’analisi ragionata e razionale del momento, mettendo un freno ai disfattismi dell’opinione pubblica che nell’ultimo periodo aleggiano intorno alla squadra di Semplici, anche il presidente Walter Mattioli ha voluto esporre le proprie considerazioni, sfoderando una carica e una grinta che lasciano ben sperare per le sorti sportive e societarie della Spal.

“Abbiamo fatto la squadra che volevamo fare – ha spiegato con soddisfazione il primo tifoso biancazzurro – e siamo consapevoli di aver fatto un ottimo lavoro. Secondo me, tra le altre cose, è perfino superiore a quella dell’anno passato… Bisognerà lasciare tempo al mister, in modo che riesca ad amalgamare gli elementi e a farli giocare, mettendoli nelle condizioni migliori per far si che si esprimano al meglio, visto che tanti sono nuovi. Siamo consapevoli che questa squadra darà tanti risultati e ci salveremo, ne sono certo. Ma ci sarà da soffrire, e lo sapevamo dall’inizio. Di scontato nel calcio non c’è niente, tantomeno a Ferrara”.

Il presidente ha successivamente aggiunto: “Noi siamo qui per portare avanti il progetto Spal e abbiamo bisogno di continuare questo cammino insieme all’entusiasmo dei nostri tifosi. Ci metteremo tutta la passione e l’amore nei confronti di questa società e alla fine dell’anno voglio vincere lo scudetto dei vent’anni in Serie A. Siamo tutti convinti di potercela fare e siamo carichi come delle mine. Il periodo brutto è passato. Ora dobbiamo essere rabbiosi perché quello che dobbiamo ottenere è un traguardo importante, da raggiungere tutti insieme. E ce la faremo, ve lo garantisco”.

A dimostrazione di questa ritrovata unità d’intenti, dopo il problema dei sigilli allo stadio di quest’estate e il successivo danno d’immagine, ci sono già numerosi sponsor pronti ad avviare partnership commerciali con la società biancazzurra, come rivelato da Mattioli: “In questi giorni stiamo ne stiamo recuperando tanti e stiamo lavorando affinché si arrivi ai dati che ci eravamo prefissati come obiettivo. E proprio a questo proposito, per le prossime cinque gare, Omega Group sarà il nostro sponsor principale sulle maglie, a cui verrà ad aggiungersi anche Caffè Krifi, in alto a destra. Infine, il 16 novembre ospiteremo l’Under 21 al Paolo Mazza contro l’Islanda. Manca l’ufficialità, ma arriverà a breve”.

A chiudere il cerchio, ci ha pensato poi il direttore sportivo Davide Vagnati: “Abbiamo una squadra di Serie A, con tantissimi giocatori di categoria e ci salveremo anche quest’anno, anche se bisogna però restare sempre uniti. Non vorrei che passasse il messaggio che quest’anno la Spal non abbia investito. Nel corso di queste stagioni, abbiamo speso più di cinquanta milioni di euro in giocatori e sostanzialmente siamo riusciti a vendere un solo giocatore di livello come Lazzari, ceduto alla Lazio per circa 11 milioni più bonus. Questa squadra non la cambierei con molte altre. Non abbiamo alcun tipo di depressione, fuori o nello spogliatoio. Ma siamo consapevoli di indossare ogni giorno l’elmetto. Sappiamo quello che dobbiamo fare e qual è il nostro percorso, e lo sa anche la squadra”.

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