Diego Farina
Copparo. Il consigliere comunale di Copparo Diego Farina interviene su una vicenda poco nota ai più, ma che sta determinando una situazione di cui nessuno parla. Si tratta dei servizi sociali e in particolare di Assp.
“Abbiamo saputo da foto postate su Facebook – comunica Farina – che il direttore dell’Assp di Copparo ha iniziato un percorso lavorativo altrove, nel Bolognese, lasciando un’azienda in cui era entrata come figura apicale poco tempo fa. E’ una notizia di non poco conto se si pensa che stiamo parlando della figura di direzione dell’azienda che gestisce tutti i servizi sociali per un territorio di quasi 36 mila abitanti (Copparo, Riva del Po e Tresignana). Ci risulta, oltretutto, che tale trasferimento non sia avvenuto in seguito a mobilità o licenziamento, ma attraverso l’autorizzazione di un’aspettativa di ben 5 anni: una concessione a un dipendente mai vista prima e che rischia di essere una sorta di “mannaia” per Assp e per i suoi dipendenti, costretti a sopperire al vuoto senza poter contare su un assetto organizzativo stabile per il futuro. Fra 5 anni, infatti, Assp potrebbe essere obbligata a riprendersi il funzionario apicale oggi in aspettativa, a prescindere dalle necessità che si presenteranno”.
“A questo proposito – prosegue Farina – visto che il tempo sta passando e nessuna informazione è stata resa nota in merito, chiederò in Consiglio al sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni, che ricopre la carica di assessore ai Servizi Sociali, che relazioni sulla questione, anche perché la vicenda si è verificata in pieno agosto, quindi a suo mandato già avviato: sapeva e quindi ci sono delle motivazioni alla base della scelta? Non sapeva nulla? In ogni caso è un problema da affrontare. Oltretutto nel Cda di Assp, senza membri copparesi, siede un rappresentante designato dall’ex sindaco di Tresigallo Brancaleoni, della stessa appartenenza politica di Pagnoni”.
“Il tema – aggiunge Farina – è che ad oggi non è possibile comprendere quale strada prenderà l’Assp. Si investirà ancora? O si utilizzerà questo buco in organico per confluire verso Ferrara e lasciare il territorio privo di una sua autonomia e identità in fatto di servizi sociali? Se si intenderà investire, quali saranno le certezze che si vogliono dare sull’organico? Il rischio di tornare indietro a diversi anni fa, invece che di fare passi avanti, è altissimo. Ora regna una confusione di cui siamo preoccupati per le possibili ricadute sulla tranquillità del personale e di conseguenza sulla qualità dei servizi erogati, in un settore tanto delicato”.
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