Cento
11 Settembre 2019
Proprietario e tecnico che elaborò la pratica Mude a processo. I sospetti per il crollo avvenuto solo due anni dopo e per il reale uso di un'abitazione di Cento prima del terremoto

Truffa dei fondi post-sisma: il tetto crollò a causa del sisma?

di Redazione | 2 min

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Cento. La casa era già abitata o era un rudere semi abbandonato, usato magari per fare qualche lavoretto? E il tetto è crollato nel 2014 per via del sisma? Sono le domande a cui dare una risposta nel processo che vede due persone imputate per truffa allo stato nell’ambito degli interventi per la ricostruzione post-sisma.

I due sono il proprietario di casa, italiano d’origine ma che ha vissuto all’estero a lungo tanto da parlare male la lingue italiana, e il geometra che ha presentato la pratica Mude per ottenere un finanziamento da 350mila euro (il Comune di Cento si è costituito parte civile tramite l’avvocato Alessandro Montanari).

Martedì pomeriggio sono stati sentiti due testimoni della difesa, mentre non si è presentato il primo geometra che ha istruito la pratica Mude chiamato dalla procura.

La pratica risulta essere sospesa e per l’accusa ci sono molti dubbi sulla legittimità della richiesta. In sintesi: il tetto crollò solo nel 2014 e poi la casa era già in cattive condizioni da prima del sisma, forse neppure abitata. Opposta la versione delle difese (gli avvocati Giani Riccciuti per il proprietario e Fabio Pellacani del foro di Modena per il tecnico che curò la parte finale della pratica Mude): è indubbio che il tetto crollò nel 2014 (come testimoniato anche dalle immagini di Google Earth) ma crollò a causa del sisma e nessuno lo avrebbe messo in dubbio, come sostenuto anche dai due teste sentiti martedì. E quella casa, sicuramente non una reggia, era comunque abitata da tutta la famiglia già da prima del terremoto.

Il giudice Giacomelli ha aggiornato l’udienza al 10 ottobre, per la chiusura dell’istruttoria.

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