Dopo sedici anni si chiude definitivamente il lato penale del crac della Coopcostruttori: la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dalle difese di Giovanni Donigaglia e Renzo Ricci Maccarini e così passano in giudicato le assoluzioni per i reati più importanti arrivate a gennaio 2018. Rimane solo la condanna per il finanziamento da 38 milioni di euro alla Spal (bancarotta per dissipazione).
Rimangono ferme dunque le condanne a 3 anni e 3 mesi per l’ex presidente Donigaglia e 2 anni e 2 mesi per Ricci Maccarini. In appello erano stati condannati a 2 anni e 2 mesi anche i sindaci Sante Baldini e Mauro Angelini. Sono state rideterminate le pene accessorie e, in ogni caso, va ricordato che interviene l’indulto del 2006 per pene fino a 3 anni.
“Eravamo già contenti della sentenza della Corte, abbiamo sperato di poter migliorare ancora”, commenta l’avvocato Cesarina Mitaritonna, difensore di Donigaglia.
Nell’appello bis, infatti, erano stati completamente smantellati i capi d’imputazione per bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, emissione fraudolenta di Apc e false fatture finalizzate all’ottenimento di anticipazioni bancarie. Un percorso in qualche modo scritto dopo un primo vaglio della Cassazione che, anche a seguito di un’arringa ‘demolitaria’ da parte del procuratore generale, confermò solo la condanna per l’acquisto della Spal, annullando con rinvio per i reati più gravi, sottolineando le falle argomentative della prima sentenza di condanna e dando indicazione sui principi da seguire per la nuova sentenza.
“È un epilogo che lascia le cose com’erano il giorno dopo la setenza della Corte d’Appello di Bologna e che ha consentito di fare giustizia – afferma l’avvocato Lorenzo Valgimigli, difensore di Ricci Maccarini, numero due della coop argentana -. Di tutte le cose per cui erano stati accusati, la montagna ha partorito un topolino: il finanziamento alla squadra di calcio che tutta Ferrara voleva. Siamo molto contenti”.
Simile anche il commento dell’avvocato Marco Linguerri, difensore di Angelini: “Il risultato vero è stata la sentenza d’appello con le assoluzioni per i reati più gravi, è rimasta solo la vicenda Spal, la più veniale fra tutte”.
I ricorsi dei vertici della Costruttori chiedevano di modificare la formula dell’assoluzione, facendola passare da “il fatto non costituisce reato” a un più favorevole “il fatto non sussiste” che avrebbe eliminato del tutto qualsiasi possibilità di rivalsa in sede civile. Si chiedeva anche il riconoscimento della prescrizione per la vicenda Spal.
La decisione della Cassazione, che è in contrasto anche con la richiesta del procuratore generale, favorisce da questo lato le parti civili, rappresentate nell’udienza di lunedì 9 settembre dall’avvocato Carmelo Marcello dello studio associato Mgtm, che ha chiesto proprio la dichiarazione di inammissibilità o comunque il rigetto dei ricorsi: “La Suprema Corte ci ha dato piena ragione – spiega -, questa vicenda finisce qui con una sentenza definitiva e con una formula per le assoluzioni che lascia lo spazio alle azioni esecutive per il risarcimento del danno. È una soddisfazione per una vicenda che abbiamo seguito per 10 anni”.
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