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7 Settembre 2019
Mostra internazionale del Cinema di Venezia

Il thriller di Capotondi chiude Venezia

di Redazione | 2 min

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Sorretto dall’interpretazione di un cast stellare, sarà il thriller The Burnt Orange Heresy di produzione statunitense, ma diretto dal regista italiano Giuseppe Capotondi (noto per il suo film di esordio, La doppia ora, presentato dieci anni fa a Venezia che valse la Coppa Volpi al femminile alla sua protagonista, Ksenia Rappoport), a chiudere, Fuori Concorso naturalmente, la 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La pellicola sarà proiettata in prima mondiale sabato 7 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia: a seguire si terrà la cerimonia di premiazione.

Il mondo dell’arte e quello della malavita italiani sono i protagonisti virtuali del thriller neo-noir The Burnt Orange Heresy, opera seconda di Capotondi che finora si è dedicato ad altre forme cinematografiche ed audiovisive quali centinaia di spots pubblicitari, video musicali e serie televisive di certo successo come Suburra.

Ambientato nell’Italia di oggi, è tratto da un testo letterario, il romanzo di Charles Willeford, successivamente sceneggiato da Scott B. Smith

Si avvale di un eccellente cast internazionale davvero…stellare, come si diceva.

Il carismatico critico d’arte James Figueras (Claes Bang) seduce l’affascinante turista  Berenice Hollis (Elizabeth Debicki). I due nuovi innamorati raggiungono la lussuosa proprietà sul Lago di Como del potente collezionista d’arte Cassidy (Mick Jagger, il mitico ‘super’ Rolling Stone, reduce, come è noto, da problemi di salute, è presente in un film dopo oltre dieci anni di assenza, da quando interpretò The Bank Job di Roger Donaldson).

Questi rivela di essere il mecenate dello schivo Jerome Debney (il sempre grande ed indimenticato Donald Sutherland che ogni tanto torna a far capatine nel cine-business), una sorta di ‘iniziato’ del mondo dell’arte, ed avanza ai due una strana proposta: rubare a qualsiasi costo uno dei capolavori dello stesso Debney dallo studio dell’artista. 

Ma appena la coppia inizia a conoscere ‘la vittima designata’, si rende conto che niente di lui e di quanto loro richiesto è, in realtà, ciò che potrebbe apparire.

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