Semestre filtro. Possibili irregolarità anche a Ferrara
Anche a Ferrara sono diversi gli studenti che denunciano irregolarità durante la prima prova del semestre filtro per la facoltà di Medicina
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Aveva scritto che non aveva interessato i servizi sociali del Comune né altre strutture, “sia perché non erano presenti minori, sia perché riteniamo che questi costi non debbano più ricadere sulle tasche dei cittadini”. E invece erano stati avvicinati per inserirli nel Piano Freddo
Se oggi Ferrara può candidare 252 alloggi sfitti e 21 fabbricati, per un totale di 663 appartamenti, è solo grazie al piano regionale da 300 milioni di euro pensato proprio per azzerare gli alloggi Erp ed Ers inutilizzati
Di fronte al fuoco incrociato delle dichiarazioni del senatore ferrarese Alberto Balboni (FdI) sul tema dell’immigrazione, l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio risponde con una replica decisa che mette in chiaro i punti di rottura sul significato di accoglienza, legalità e ruolo pastorale
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“In merito all’esposizione del crocifisso in aula da parte dei docenti, ci tenevo a ricordare al sindaco Alan Fabbri che non si tratta di una sua benevola concessione far scegliere liberamente gli stessi, infatti questa decisione non è di sua competenza, bensì dell’istituzione scuola e di chi vi opera fattivamente; a meno che Ferrara non sia stata trasposta a livello spazio-temporale, nell’epoca Rinascimentale del Duca D’Este”.
A parlare, “non in quanto segretaria provinciale del Prc di Ferrara, bensì come insegnante statale di scuola primaria nel Comune di Ferrara”, è Stefania Soriani, che ricorda al primo cittadino di Ferrara la circolare dell’ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, nello specifico il protocollo n.001743-30/10/2013: “nella stessa si evince una precisazione in merito alla controversa discussione sulla collocazione dei ‘simboli religiosi nelle aule scolastiche’”.
In riferimento alla presenza o meno di simboli religiosi, nello specifico i crocefissi, “si pone l’accento sul clima generale di accoglienza, di rispetto e dialogo tra le diverse concezioni/visioni esistenziali o religiose peculiari delle scuole nella nostra regione”.
Per Soriani “la questione non può essere considerata come sola problematica afferente l’arredo scolastico di cui sono responsabili i Comuni; ma si tratta di una questione educativa ad appannaggio dell’istituzione scuola, la stessa non vive nei divieti e neppure negli obblighi; bensì nello spirito di responsabilità e competenza dell’insegnante”.
“Si tratta – prosegue – di aspetti riguardanti gli orientamenti religiosi e le sensibilità individuali, e per questo motivo appaiono necessari sia delicatezza che rispetto inclusivo, il tutto finalizzato ad evitare situazioni conflittuali tramite un’azione deflattiva”.
In merito al simbolo della religione cristiana, “a noi docenti non spaventa affrontare il tema dell’identità, ma la scuola non ha bisogno di ostentare i suoi simboli, il crocifisso in aula può avere senso se assume un significato, ad esempio in alcune scuole è stata affissa una croce realizzata con il legno dei barconi sui quali i migranti hanno attraversato il Mediterraneo”.
“Quindi – conclude – appellandomi al principio dell’autonomia scolastica, eviterò di esporre il crocifisso nella mia aula; ribadendo la vocazione accogliente e inclusiva della scuola che da Costituzione esprime il principio di laicità dello Stato”.
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