“Come ad ogni primo settembre, alla vigilia dell’apertura del nuovo anno scolastico, apprendiamo dagli organi di stampa dell’interesse degli amministratori locali volto ad occuparsi di questa Istituzione con sempre iniziative nuove”. L’affermazione è all’insegna del sarcasmo. E proviene dai sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola e UIL Scuola Rua.
Le sigle confederali ricordano “gli anni dei ‘grembiulini’, con intere classi rinnovate nell’arredo urbano con banchi stampigliati con simboli di partiti politici, oppure contestazione di progetti didattici ed educativi volti all’integrazione degli alunni stranieri. Quest’anno è il momento dei crocifissi nelle aule”.
Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Rua preferirebbero invece che l’attenzione da parte degli amministratori e dei rappresentanti della politica per questa istituzione “fosse più duratura nel tempo, rivolta alla risoluzione dei problemi endemici che la affliggono o sul fermare proposte che mirano alla “divisione” della stessa”.
In prossimità dell’apertura del nuovo anno scolastico, “la situazione di precariato che mina nei suoi fondamenti il diritto allo studio”. Sono infatti 800 i posti da attribuire al personale docente che al momento sono “liberi e vacanti” nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado (medie e superiori). E circa 300 addetti come personale Ata.
“Una situazione – lamentano i sindacati – che lede diritti fondamentali degli studenti e dei lavoratori del comparto alla quale, ormai sistematicamente, i Governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni non hanno mai saputo dare risposta”.
Per questo le organizzazioni sindacali del comparto denunciano questa situazione “di profondo abbandono della scuola dove una fondamentale operazione di stabilizzazione di tutto il personale (docente, assistente amministrativo, tecnico e di collaboratore scolastico) è il vero problema di cui occuparsi e dove è necessario trovare le risorse economiche a partire fin dalla prossima Legge di bilancio. Crediamo che sia ormai irrimandabile da parte delle forze di governo che stanno per insediarsi affrontare l’emergenza del precariato”.
Allo stesso tempo, “e di uguale importanza”, è il tema dell’edilizia scolastica su cui “riteniamo che tutte le risorse economiche destinate a tale capitolo di spesa dovrebbero essere spese da parte delle amministrazioni comunali. La scuola ha bisogno di certezze, di programmazione, di stabilità, di continuità didattica, di risorse professionali adeguate, di investimenti e non può essere terreno di diatriba politica”.
“A pochi giorni dall’apertura di un nuovo anno – concludono -, la politica, quella che si elabora nel “palazzo”, abbia cura di ripensare la propria sostanza”.
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