Attualità
1 Settembre 2019
Il critico: “Società stracolme di soldi non possono affidare il controllo a un algoritmo, assumano storici dell'arte”

Nudi censurati dai social. Sgarbi: “Faccio causa a Facebook e Instagram”

di Redazione | 2 min

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Fare causa e Facebook e Instagram (che sono sotto la stessa proprietà) perché censurano le immagini di nudo artistico. È l’idea-provocazione del critico d’arte ferrarese Vittorio Sgarbi.

“Inaccettabile che social network popolari, danarosi e tecnologicamente avanzati come Facebook ed Instagram non siano riusciti ancora ad oggi a trovare una soluzione per distinguere una immagine porno da un’opera d’arte – afferma Sgabri -: per questa ragione, considerato che le censure si ripetono di continuo, ho deciso di promuovere un’azione legale per il danno che questa lacuna arreca al mondo dell’arte e a tutti gli operatori (artisti compresi) che vi lavorano. Sarà quella che in inglese definiscono una class action”.

Sgarbi,  deputato alla Camera, è da alcuni mesi presidente della Fondazione Antonio Canova e proprio il celebre scultore è stato l’ultima, illustre vittima degli algoritmi censori dei social network, bloccando la campagna di comunicazione di un’agenzia di Treviso che aveva utilizzato come immagine il gruppo scultoreo “Amore e psiche”.

“Il punto – spiega Sgarbi – è proprio l’algoritmo: società stracolme di soldi, come Facebook, non possono affidare il controllo delle inserzioni sull’arte a un algoritmo. L’algoritmo non pensa, esegue. L’algoritmo non possiede conoscenza, ma applica dei blocchi che prescindono da valutazioni di merito”.

Sgarbi individua la soluzione: “Basterebbe assumere giovani storici dell’arte. Facebook farebbe un’opera meritoria, e potrebbe vantarsi di promuovere l’arte invece delle stronzate (per non dire delle bufale) pubblicate ogni giorno da milioni di utenti nulla facenti. Il paradosso dei social network è che bloccano le opere d’arte ma non le notizie false”

A seguire l’azione legale sarà l’avvocato Giampaolo Cicconi.

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