Comacchio
30 Agosto 2019
Da Nazioni a Estensi il fenomeno desta preoccupazione, Arpae esclude fattori inquinanti e riconduce il tutto ad una 'normale' anossia delle acque

Moria di pesci ai Lidi, allarme tra i bagnanti ma Arpae rassicura

di Redazione | 2 min

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Comacchio. Si dividono tra allarmati e per nulla stupiti i turisti e i residenti dei Lidi di Comacchio, alle prese con una improvvisa ed evidente moria di pesci che ha interessato tra mercoledì e giovedì quantomeno i tratti di costa nei pressi di Lido delle Nazioni, Scacchi, Pomposa, Lido degli Estensi e Lido di Spina.

“Abbiamo segnalato la situazione al Comune e Guardia Costiera, oltre che a Legambiente a alle associazioni di categoria balneari” racconta Grazia Benetti, referente dell’associazione Proprietari Seconde Case ai Lidi. “Ci sono pesci morti o moribondi, in battigia o a riva, e il cattivo odore arriva ormai ai piani alti dei condomini”.

Secondo quanto riferito dalla competente Guardia Costiera dall’ufficio circondariale marittimo di Porto Garibaldi, sul posto sono già stati attivati i controlli di Arpae, l’agenzia regionale che nelle prossime ore renderà probabilmente noti i risultati dei campionamenti eseguiti.

Nel frattempo, con nota pubblicata sul sito ufficiale, Arpae riconduce il fenomeno a ‘normale’ “conseguenza di eventi eutrofici che si verificano periodicamente lungo la costa regionale: per tutto il mese di agosto – spiega Arpae – la struttura oceanografica Daphne, durante le attività di controllo in mare, ha rilevato nell’area settentrionale, circoscritte zone con concentrazioni di ossigeno sul fondo basse e tendenti all’ipossia-anossia, con valori inferiori a 3 mg/l”.

Nello specifico, mercoledì 28 agosto “sono spirati venti di Libeccio da terra che hanno innescato un fenomeno di upwelling (spostamento delle masse d’acqua superficiali verso il largo) richiamando sotto costa le acque di fondo povere di ossigeno: tale condizione ha favorito lo spiaggiamento di pesci sofferenti, che creano un forte impatto visivo sui bagnanti destando curiosità e allarmismo”.

“Con certezza si può affermare – assicura la responsabile di Daphne, Carla Rita Ferrari – che tale situazione non deriva da apporti di sostanze inquinanti nelle acque di mare. La scarsità di ossigeno a livello del fondo marino in questi casi può favorevolmente essere risolta dall’instaurarsi di mareggiate che innescano un rimescolamento di tutta la colonna d’acqua. É importante ricordare che le stesse condizioni eutrofiche sono il fulcro per avere un’area produttiva per pesca e molluschicoltura”.

La crescita di microalghe dovute ad apporti di acqua dolce dai bacini costieri, la persistenza di condizioni di mare calmo, la persistente carenza di ossigeno sul fondo e un marcato innalzamento delle temperature delle acque (con valori in superficie prossimi ai 30 gradi) sono tutte condizioni che favoriscono naturalmente tale fenomeno.

In attesa di maggiori risultanze, c’è chi intanto non rinuncia ad una pesca ‘facile’ e porta a casa il pesce venuto a galla.

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